Bruxelles – Poche settimane per chiudere un negoziato non facile. Parlamento, Commissione e Consiglio UE concordano che l’Unione europea deve raggiungere rapidamente un accordo sul Bilancio pluriennale e sul nuovo strumento per la ripresa, Next Generation EU, da 750 miliardi di euro, prima della pausa estiva, come auspicato anche dalla presidenza di turno tedesca. Per farlo servirà spingere nei prossimi giorni per nuove trattative in vista del Consiglio europeo del 17 e 18 luglio.
Non sarà semplice, ci sono tanti tasselli e punti di divergenza che non consentono ai Ventisette di trovare la quadra. Dalla ripartizione tra prestiti e sovvenzioni del fondo per la ripresa alla flessibilità del Quadro finanziario pluriennale. Charles Michel li elenca tutti di fronte all’emiciclo dell’Europarlamento raccolto in plenaria, per poi confermare che molti punti della proposta di Ursula von der Leyen per alcuni Stati membri ancora “non sono accettabili” per alcuni governi. Per questo il presidente del Consiglio europeo ha avviato nelle ultime due settimane colloqui bilaterali con i leader di governo e di Stato dei Ventisette.
Molti di loro, spiega, sono riluttanti ad accettare la ripartizione delle risorse come indicato dalla Commissione europea (dei 750 miliardi previsti dal fondo, 500 sarebbero in sovvenzioni e 250 in prestiti).” L’idea stessa delle sovvenzioni è ancora difficile da accettare da parte di qualcuno”. Ma rimangono aperte sul tavolo anche diverse questioni prioritarie per il Parlamento europeo, come l’istituzione di un paniere di risorse proprie dell’UE con cui ripagare il debito contratto sui mercati dalla Commissione europea, la flessibilità del Quadro finanziario pluriennale e anche il froantloading, ovvero l’anticipo dei fondi. Rappresenta uno scoglio inoltre la restituzione dei prestiti, che secondo la Commissione europea dovrebbe avvenire a partire dal prossimo bilancio, mentre Michel proverà a spingere perché vengano restituiti prima, per andare incontro ai Paesi più restii a concederli.
A fronte dei colloqui bilaterali con i capi di Stato e governo, Michel conferma che pubblicherà un nuovo foglio negoziale (Negobox) “entro la fine di questa settimana”, dopo il vertice a quattro di oggi (8 luglio) con la presidente della Commissione europea, con David Sassoli, e con Angela Merkel, in qualità di presidente di turno del Consiglio UE. “Posso garantirvi che sto facendo di tutto per raggiungere un accordo” assicura agli eurodeputati. Non sembra però convinto che il summit della prossima settimana sarà quello definitivo. Dopo questo primo round di consultazioni emerge che ci sono ancora molti nodi da sciogliere e alcuni Stati membri sono più disposti a cooperare, rispetto ad altri.
A questo livello dei negoziati ci sono anche punti di contatto tra i Paesi, i quali concordano sull’esistenza di settori e aree dell’Unione europee che più di altri avranno bisogno di risorse per uscire dalla crisi. “Solidarietà significa che chi ne ha bisogno riceve più sostegno” rincara anche la presidente della Commissione europea. Questo principio non può però incentivare una “mancanza di azione” da parte dei Paesi europei, che dovranno dimostrare di saper investire le risorse per il la ripartenza. Gli investimenti dovranno essere legati “a riforme basate su raccomandazioni specifiche per paese e ogni Stato membro ha del lavoro da fare”. Non solo riforme, i negoziati sulla condizionalità dei fondi europei riguarderà anche ambizioni climatiche e rispetto dello stato di diritto.
Dall’emiciclo del Parlamento emerge l’urgenza di approvare i nuovi strumenti per la ripresa quanto prima. L’Aula è però compatta nel dire che non approverà compromessi al ribasso da parte dei governi europei sul piano di ripresa. La proposta dell’Esecutivo è una buona base di partenza per approfondire i negoziati, non un punto di arrivo. “Non si può e non si deve tornare indietro. Noi combatteremo per il successo di questa proposta con tutti i mezzi a nostra disposizione” ammonisce David Sassoli al termine di un bilaterale con Angela Merkel. “Siamo alla vigilia di appuntamenti importanti che non possiamo fallire”. Per il presidente dell’Eurocamera, la Germania, che dal primo luglio ha assunto le redini del Consiglio “ha capito bene l’importanza della solidarietà europea. Per questo siamo sicuri che sotto la sua leadership il Consiglio saprà rispondere alle sfide davanti a noi”.