Bruxelles – In Croazia i conservatori dell’Unione democratica croata (HDZ) si riconfermano al potere dopo la netta vittoria alle ultime elezioni parlamentari del 5 luglio. Le urne hanno assegnato al partito del primo ministro Andrej Plenkovic 66 seggi in Parlamento su un totale di 151 deputati, in aumento rispetto ai 61 seggi guadagnati alle ultime legislative del 2016. Una vittoria che non garantisce ai conservatori la maggioranza assoluta in Parlamento di 76 seggi ma che consentirà a Plenković di dettare le regole per la formazione di un nuovo esecutivo.
Dominanti ai seggi i partiti di destra. Anche se il primo ministro croato non ha ancora menzionato quali forze politiche potrebbero far parte del nuovo governo, è molto probabile che si formerà un esecutivo di coalizione proprio con piccoli partiti di destra. Per il premier Plenkovic, che ha appena lasciato le redini del Consiglio dell’Unione europea (la Croazia ha assunto la presidenza di turno da gennaio a giugno), si tratta di un grande risultato per il suo partito e “una grande vittoria”. Soprattutto a discapito di chi, prima delle elezioni, lo voleva in svantaggio rispetto alla coalizione di centrosinistra Restart, guidata dal partito socialdemocratico liberale (SDP), che si è piazzata al secondo posto con 41 seggi.
Dal voto di ieri emerge anche il Movimento patriottico, di orientamento a destra ed euroscettico, guidato dal cantante Miroslav Skoro, che ottiene 16 seggi in Parlamento. Segue il partito conservatore Most, che ora guadagna otto seggi, anche se molti analisti mettono in evidenza, tra le sorprese maggiori di queste elezioni, il successo della coalizione di sinistra ecologista Mozemo! (Possiamo), composta da sei forze politiche e che ha guadagnato sette seggi.
Ritorno alla normalità
Francia, Polonia e adesso Croazia. Uno dei segnali più evidenti che l’Europa sta pian piano tornando alla normalità dopo mesi di confinamento a causa del Covid-19 è che cominciano di nuovo a tenersi le elezioni, rimandate nei mesi scorsi a causa della pandemia. Anche se negli ultimi giorni Zagabria ha registrato un nuovo lieve aumento dei casi, in Croazia si è osservato un basso numero di contagi (ad oggi, 3.151) e di morti (113) e anche per questo è stata tra i primi Paesi in Europa a riaprire i confini interni già dal 9 maggio mentre il governo non ha previsto particolari forme di quarantena o isolamento. Ai timori di una nuova ondata di contagi si può ricondurre anche la bassa affluenza alle urne al 46 per cento, in calo rispetto al 52 per cento registrato nel 2016.