Bruxelles – L’UE condanna la sentenza di colpevolezza giunta oggi da un tribunale russo nei confronti della giornalista Svetlana Prokopyeva, firma di punta della redazione russa di Radio Free Europe e di Echo Moskvy/Echo of Moscow. Accusata di “giustificare il terrorismo”, aveva affermato in un’emissione radio che la causa dell’attentato occorso alla fine del 2018 presso la sede del Servizio di sicurezza federale russo (FSB) sarebbe da attribuire alla “situazione sociale e politica della Russia”. Nel descrivere l’attentatore diciassettenne, lo aveva definito “un adolescente cresciuto sotto il regime di Putin, in uno stato crudele che guarda alla violenza come all’unica soluzione possibile”.
Secondo il portavoce agli affari esteri e alla politica di sicurezza del Servizio esterno UE Peter Stano, la sentenza sarebbe il risultato delle “attuali restrizioni imposte dallo stato russo alle libertà civili e politiche”, ed è ingiustificata la salata ammenda che Svetlana Prokopyeva dovrà pagare.
Il processo era cominciato ad aprile a Pskov, a porte chiuse, suscitando la forte attenzione della società civile, che in una petizione aveva raccolto oltre 150.000 firme.
Questo episodio, afferma il portavoce Stano, testimonia che negli ultimi anni in Russia “c’è sempre meno spazio per il giornalismo indipendente e la società civile”. E’ solo l’ennesimo di una serie di fatti intimidatori, minacce e atti di violenza perpetrati ai danni dei media, spia di un clima di “repressione delle libertà fondamentali dei media” che porta a interventi forzosi come “arresti e sentenze politici”.
Baluardo della libertà di stampa e dei diritti umani entro i suoi confini e nel mondo, l’UE sottolinea l’importanza di avere accesso a “informazioni affidabili per operare decisioni informate”. E’ in questo spirito che invita la Federazione russa a rispettare gli obblighi nazionali e internazionali e a far sì che i giornalisti siano messi in condizione di lavorare “senza dover temere rappresaglie”.
Come afferma il presidente della Federazione europea dei giornalisti, Mogens Blicher Bjerregård, il governo russo, come ogni altro governo, “deve riconoscere e rispettare il ruolo dei media e dei giornalisti, spesso chiamati a commentare fatti d’attualità, svolgendo solo e soltanto il loro lavoro”.