Bruxelles – Un nuovo fallimento. “Questa settimana, David Frost e io abbiamo continuato le nostre discussioni… il nostro obiettivo era quello di ottenere trattative con successo e rapidamente per raggiungere un accordo. Tuttavia permangono gravi divergenze“, ha commentato il capo negoziatore Ue per la Brexit, Michel Barnier, al termine della prima sessione di negoziazioni faccia a faccia tra Ue e Regno Unito dopo l’epidemia Corona-Virus, che è terminata con una giornata di anticipo, vista l’inutilità del confronto.
Barnier si è detto deluso dall’esito dei negoziati poiché l’Ue si era presentata al tavolo pronta a trovare accordi in modo rapido con l’intenzione di dare ascolto alle richieste del governo inglese : “Abbiamo ascoltato attentamente le dichiarazioni del primo ministro britannico Boris Johnson nelle ultime settimane, in particolare la sua richiesta di raggiungere rapidamente un accordo politico e le sue “linee rosse”, nessun ruolo per la Corte di giustizia europea nel Regno Unito; nessun obbligo per il Regno Unito di continuare a essere vincolato dal diritto dell’Ue; e un accordo sulla pesca che dimostri come la Brexit faccia davvero la differenza”.
Ma il negoziatore dell’UE ha detto che l’apertura europea non è stata ricambiata da una presa d’iniziativa da parte di Downing Street che avrebbe dovuto presentare sul tavolo delle contro-proposte solide e sicure.
La posizione dell’Ue rimane che non vi sarà nessun partenariato economico se non saranno rispettate tre linee rosse: solide garanzie per condizioni di parità commerciale, anche in materia di aiuti di Stato, per garantire una concorrenza aperta ed equa tra le imprese; una soluzione equilibrata, sostenibile e a lungo termine per i pescatori europei; un quadro istituzionale globale ed efficaci meccanismi di risoluzione delle controversie.
“Continueremo a insistere su progressi paralleli in tutti i settori – ha aggiunto Barnier – l’Ue si aspetta, a sua volta, che le sue posizioni siano meglio comprese e rispettate al fine di raggiungere un accordo. Abbiamo bisogno di un impegno equivalente da parte del Regno Unito”. “Continuiamo a credere che un accordo sia possibile e nell’interesse di tutti. Attendiamo con impazienza il prossimo ciclo di negoziati nella settimana del 20 luglio” conclude nella nota di Giovedì 2 Luglio il capo negoziatore Ue.
I colloqui a Bruxelles, avvenuti in comitati più piccoli rispetto al passato a causa di esigenze di distanziamento sociale, erano stati programmati per continuare fino a venerdì 3 luglio con un incontro conclusivo tra Frost e Barnier. Ma le due parti hanno rilasciato dichiarazioni conclusive già nel primo pomeriggio di giovedì 2 luglio e i funzionari britannici guidati da Frost sono tornati a Londra prima del previsto.
“Abbiamo completato la nostra discussione sull’intera gamma di questioni del negoziato in poco più di tre giorni”, ha detto Frost. “I nostri colloqui sono avvenuti faccia a faccia per la prima volta da marzo e questo ha potuto dare più profondità e flessibilità alle nostre discussioni…Ma hanno anche sottolineato le differenze significative che ancora permangono tra noi su una serie di questioni importanti”, ha aggiunto il delegato inglese.
Uno dei maggiori punti ancora da sciogliere riguarda la questione dell’equivalenza normativa per i servizi finanziari tra il Regno Unito e l’UE . L’anno scorso era stato concordato che le decisioni sull’equivalenza dei regimi normativi delle due parti dovessero essere completate entro il 1° luglio 2020.
All’inizio di questa settimana Barnier ha accusato il governo britannico di aver fornito in ritardo le informazioni necessarie per consentire la presa di una decisione. Il segretario al Tesoro britannico John Glen, si è detto a sua volta sorpreso del fatto che l’Ue abbia inviato mille pagine di richieste a fini di equivalenza, di cui quasi 250 sono arrivate solo a fine maggio.
I servizi finanziari rappresentano il 22% dell’intero export di servizi britannico e Barnier teme che il Regno Unito stia cercando di utilizzare l’accordo commerciale per minare il regime di equivalenza dell’UE al fine di garantire la libertà di movimento del mercato unico per i servizi finanziari. Ma queste sono entrambe linee rosse su cui l’UE non ha alcuna intenzione di cedere.