Bruxelles- “Tengo ad esprimere il mio più profondo rammarico per queste ferite del passato, il cui dolore è oggi alimentato dalle discriminazioni ancora presenti nelle nostre società”. È con queste parole che il re Filippo del Belgio riconosce le violenze causate dalla colonizzazione belga in una lettera inviata al presidente congolese, Félix Tshisekedi, nella giornata che celebra i 60 anni dall’indipendenza della Repubblica democratica del Congo .
È la prima volta che un membro della famiglia reale belga riconosce le colpe storiche dei suoi predecessori nello sfruttamento del Congo. Il dibattito sulla violenza coloniale è attualmente acceso più che mai in Belgio dopo che le statue del defunto monarca Leopoldo II sono state vandalizzate in molte città e che il principe Laurent (fratello del re) ha dichiarato di “non sapersi spiegare come il suo avo avrebbe potuto far morire milioni di persone in un Paese in cui non ha neanche mai messo piede”.
Nella lettere al presidente congolese, il re Filippo si dice invece consapevole che ” all’epoca dello Stato Indipendente del Congo (1883-1908) degli atti di violenza e crudeltà sono stati commessi che pesano ancora sulla nostra memoria collettiva” e appoggia l’apertura di una commissione parlamentare di “verità e riconciliazione” per fare luce anche sulle “sofferenze” e “umiliazioni” del periodo coloniale sotto amministrazione belga (1908-1960) posteriore al possesso reale del Congo.
Sono arrivate oggi anche le scuse ufficiali da parte della prima ministra belga Sophie Wilmes che si dice pronta a fare luce una volta per tutte sulle ombre che pesano sul passato coloniale del Belgio: “È giunta l’ora di guardare con lucidità e discernimento il passato d’ineguaglianze e di violenze nei confronti dei congolesi … e di intraprendere un percorso di verità e di memoria a partire dal riconoscimento della sofferenza dell’altro”.
La prima ministra belga ho oggi inaugurato una targa commemorativa davanti al palazzo comunale di Ixelles a qualche passo dal quartiere dove abitano molti cittadini di origine africana, Matongé.