Bruxelles – “Il virus è ancora presente, ed è ancora letale”. Per questo motivo, in tempi di Coronavirus, “occorre continuare a prendere ogni precauzione per evitare i contagi”. Il che vuol dire mascherine protettive, rispetto del distanziamento sociale, quarantene anche preventive. L’appello è per tutti, ma il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), Tedros Adhanom Ghebreyesus, lo rivolge in particolare agli europei, che sembrano essersi troppo rilassati. “Se la situazione è migliorata in Europa, è peggiorata nel resto del mondo”, dice nel corso dell’audizione in commissione Ambiente e salute del Parlamento europeo. “Attualmente ci sono 9,2 milioni di contagi accertati e 480mil decessi confermati. Ci attendiamo 10milioni di casi e 500mila morti la prossima settimana”.
Di fronte al COVID-19 non è il momento di abbassare la guardia. Il numero uno dell’OMS ricorda che il virus è contraddistinto da due elementi: alta contagiosità e letalità. Non bisogna scherzare. Invita gli Stati a “investire” nella prevenzione e nel sistema sanitario, ma soprattutto a ripensare il modello di esistenza e di produzione seguito sin qui. “La pandemia ha messo in discussione il nostro stile di vita. Come possiamo rispondere a questo? Non possiamo ritornare al modello pre-COVID”.
Per lasciarsi tutto alle spalle servirà “proteggere natura e aria, promuovere energia pulite, smetterla con i sussidi ai combustibili fossili”. Confida che l’ Organizzazione mondiale della sanità guarda all’Unione europea con grande interesse e grande aspettativa. “L’UE è nella posizione unica di fornire una leadership globale per una ripresa più verde e più sostenibile”.
Ghebreyesus invita quindi a mettere da parte le polemiche con la Cina sulle presunte informazioni non comunicate o fornite ritoccate al ribasso. “Non possiamo rimproverare la Cina. Con cosa intendiamo fare paragoni? Non c’erano dati, nessuno aveva valutazioni”. Lo scontro dunque serve a poco. Adesso serve “coordinamento” tra Stati e “attenzione”.