Bruxelles – Un’economia più resiliente che non lasci indietro nessuno. La Commissione europea, nel quadro di una ripresa alla crisi economica indotta dalla pandemia, intende spingere ancora più di prima su una transizione sostenibile, sfruttando “una grande opportunità di rilancio economico”. C’è ancora tempo per metterla in pratica, sostiene il commissario all’Ambiente e il Mare, Virginijus Sinkevičius, in un dibatto virtuale dal titolo “Un ritorno alla natura: una soluzione ai nostri tempi guidati dalla crisi?” organizzato dall’European Policy Centre. Tuttavia “la finestra delle opportunità è sempre più ridotta” e bisogna fare in fretta.
Il principio guida per creare un circolo virtuoso tra sviluppo e sostenibilità deve essere quello del ‘no harm’ (nessun danno) e la Commissione intende applicarla in ogni strategia che sarà presentata da qui ai prossimi mesi. Economia circolare, riduzione di inquinamento ed emissioni di carbonio, Green Deal: tutte cose che dovranno essere centrali nel piano di ripresa economica dell’Unione europea. Investimenti in politiche ‘verdi’, ricorda il commissario europeo, significa anche creare nuovi posti di lavoro e rendere più sostenibili quelli vecchi. Preservare la natura e l’ambiente è al centro del concetto di crescita sostenibile e assume particolare importanza proprio mentre Bruxelles si appresta a uscire dalla crisi sanitaria e ad affrontare quella economica. Proprio adesso la tutela dell’ambiente “rappresenta una priorità” ed è fondamentale “per aumentare la nostra resilienza”, la capacità di resistenza alle pressioni esterne e, in caso di shock economici, garantire la tenuta dell’UE.
La biodiversità è alla base di molte attività economiche e rappresenta anche “uno stimolo per la crescita delle imprese e per la ripresa dell’economia” sottolinea. Ma è deciso sul fatto che impostare la ripresa economica preservando al contempo la natura non significhi “essere ingenui” quanto consapevoli che “dipendiamo da lei per cibo, acqua, medicine, vestiti, energia e regolazione del clima”. Il rischio connesso al non proteggere gli ecosistemi, conclude il commissario, è quello di limitare anche le opportunità di sviluppo e di rilancio economico per il continente.