Bruxelles – Dal razzismo alla violenza di genere, dai crimini di odio ad altre forme di discriminazione o abusi sessuali: l’obiettivo della Commissione europea è quello di garantire che tutti coloro che abbiano subito reati possano far valere i propri diritti, indipendentemente dal Paese in cui si trovano o dal reato di cui sono stati vittime. Dare più potere alle vittime, creare un ambiente sicuro per denunciare i reati, garantire un accesso rapido ai risarcimenti: questi nella sostanza gli obiettivi della prima strategia europea sui diritti delle vittime presentata oggi dalla Commissione europea.
Il titolo forse è un po’ vago ma da Palazzo Berlaymont spiegano che la strategia mira a mettere in atto una serie di azioni da qui ai prossimi cinque anni (2020-2025), sulla base di cinque priorità principali: consentire alle vittime di denunciare il crimine creando un ambiente sicuro e una comunicazione efficace; agevolare l’accesso delle vittime al risarcimento; rafforzare la cooperazione e il coordinamento tra tutti i soggetti competenti in materia di diritti delle vittime e infine rafforzare la dimensione internazionale dei diritti delle vittime.
La Commissione stima che nel 2017 erano circa 15 milioni in UE le vittime di reati gravi, come omicidio, abusi sessuali su minori o rapimenti. In particolare, preoccupa l’entità della violenza di genere nell’UE: una donna su tre ha subìto violenza fisica o sessuale da quando aveva 15 anni. A causa dello scoppio del Covid-19 e le successive misure restrittive imposte per contenere la diffusione dei contagi, si stima inoltre un aumento della violenza domestica, dell’abuso sessuale sui minori, del crimine informatico e dei crimini di matrice razzista e di odio xenofobo. “Troppe vittime del crimine restano inascoltate senza accesso alla giustizia e sostegno adeguato. L’Unione europea è dalla parte delle vittime e la strategia mira a responsabilizzare le vittime, in particolare le persone più vulnerabili come le vittime di violenza di genere o crimine di odio”, spiega la vicepresidente dell’Esecutivo responsabile la Trasparenza e i Valori, Vera Jourova. La strategia è stata approvata dopo un dialogo strutturato sul razzismo e altre forme di discriminazione in seno al Collegio dei commissari.
La Commissione europea punta il dito contro gli Stati membri sottolineando che l’UE ha adottato un solido insieme di regole in materia di diritti delle vittime, che però non hanno espresso ancora tutto il loro potenziale a causa del “recepimento incompleto o all’attuazione errata delle norme dell’UE negli ordinamenti giuridici nazionali”. In sostanza, chiede ai Paesi membri di attuare pienamente di applicare tutte le norme europee in materia di diritti delle vittime, “senza se e senza ma”. Dal canto suo, la Commissione continuerà a valutare gli strumenti dell’UE e le loro possibili carenze “e, se necessario, presenterà proposte legislative entro il 2022 per rafforzare ulteriormente i diritti delle vittime”.