Bruxelles – Centodiciannove attacchi terroristici (sventati, falliti o portati a segno) segnalati in 13 Stati membri dell’UE nel 2019 e poco più di mille persone “arrestate per sospetto di reati connessi al terrorismo” in 19 Paesi. Questo il bilancio dell’ultimo rapporto sulla situazione e le tendenze del terrorismo in Unione europea nel 2019, pubblicato oggi da Europol, l’ufficio di polizia europea. L’Italia, insieme a Belgio, Francia, Spagna e Regno Unito è tra i Paesi a registrare il numero più alto di segnalazioni. Nella Penisola si registrano 28 attacchi terroristici segnalati nel 2019 e 132 persone arrestate per sospetto, trend in aumento rispetto al 2018 in cui figuravano solo 13 attacchi terroristici e 56 persone arrestate.
Nonostante questo, la tendenza complessiva è “in calo rispetto agli anni precedenti” spiega Manuel Navarrete, Capo del Centro europeo antiterrorismo dell’Europol, illustrando i dati di fronte all’Europarlamento, in commissione per le Libertà civili. Il rapporto relativo al 2018 evidenziava in totale 129 attacchi terroristici (sventati, falliti o compiuti) in tutta l’Unione e 1.056 casi di persone arrestate.
Il rapporto ha stimato nel corso dell’ultimo anno dieci persone morte a causa di attacchi terroristici e 27 persone rimaste ferite, di cui quasi tutti i decessi e 26 feriti sono riconducibili ad attacchi di matrice jihadista. Nonostante questo, rispetto agli anni scorsi – commenta Navarrete – il numero di attacchi jihadisti ha continuato e continua a diminuire progressivamente, mentre gli attacchi di destra e, in particolare, gli attacchi di sinistra hanno visto un aumento nel 2019, ritornando al livello del 2016 e del 2017 (dopo una diminuzione registrata nel 2018).
Tutti gli attacchi di matrice anarchica e di sinistra registrati nel 2019 (26 nel 2019, 19 nel 2018, 24 nel 2017) hanno avuto luogo in Italia, Grecia o Spagna e il numero di arresti per sospetto terrorismo di sinistra o anarchico nel 2019 “è più che triplicato rispetto agli anni precedenti”: da 34 nel 2018 a 111 nel 2019, di cui 98 in Italia. Per l’ufficio di polizia europeo non ci sono dubbi che la causa di un aumento così significativo sia conseguenza di un aumento dei casi soprattutto in Italia. La maggior parte degli arresti sono stati legati a manifestazioni violente e a scontri con le forze di sicurezza registrati in Italia (ben 71 casi su 111 totali) e sono stati effettuati “per sospetta preparazione e commissione di un attacco terroristico, spesso combinato con l’appartenenza a un gruppo terroristico”. In particolare, si legge nel documento, le imprese private insieme a infrastrutture critiche e istituzioni pubbliche o governative sono tra gli obiettivi più frequenti per terroristi ed estremisti di sinistra e anarchici.
In lieve aumento rispetto al 2018 anche il numero degli attacchi terroristici di destra, accomunati da una ideologia estremista non uniforme ma compatti nel rifiutare la diversità e i diritti delle minoranze: in totale, nel 2019, sono stati segnalati sei attacchi terroristici di destra (uno completato, uno fallito, quattro sventati), rispetto a uno solo che si era registrato nel 2018. Infine, sono 21 gli attacchi commessi in nome di una matrice jihadista, dato in calo rispetto ai 24 registrati nel 2018.
Quanto potrebbero incidere gli effetti del Covid-19 e delle misure restrittive imposte nel primo arco del 2020 sulla manifestazione di queste tendenze? Una risposta definitiva si avrà solo con il rapporto del prossimo anno, ma a questa domanda ha cercato di rispondere Catherine De Bolle, direttore esecutivo Europol, nella prefazione al rapporto, in cui sottolinea che potrebbero di fatto aumentare ulteriormente le tendenze individuate come “emergenti” nell’analisi di quest’anno, dato l’impatto economico e sociale della pandemia sulla popolazione. “Questi sviluppi – si legge – hanno il potenziale per alimentare ulteriormente la radicalizzazione di alcuni individui, indipendentemente della loro persuasione ideologica. Attivisti sia all’estrema destra che all’estrema sinistra e quelle coinvolte nel terrorismo jihadista potrebbero tentare di usare le difficoltà che la pandemia ha creato per propagare ulteriormente i loro obiettivi”.
Anche se i dati sono in calo rispetto agli anni precedenti non è un invito da parte dell’Unione europea ad abbassare la guardia nella lotta al terrorismo, sia esso di matrice jihadista, di destra, o di sinistra. Anzi, “è fondamentale disporre delle capacità, degli strumenti e della cooperazione transnazionale delle forze dell’ordine adatti all’era digitale. In questo modo, ogni persona nell’UE, indipendentemente dal contesto, dovrebbe sentirsi al sicuro da queste minacce” commenta la commissaria europea agli Affari Interni, Ylva Johansson.