Bruxelles – La Polizia Nazionale Spagnola ha smantellato una grande rete criminale che distribuiva illegalmente contenuti audiovisivi in Europa, Asia e Medio Oriente.
L’inchiesta, sostenuta da Europol ed Eurojust, ha coinvolto anche le autorità di Belgio, Canada, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Italia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti.
Nella giornata dell’azione, il 3 giugno scorso, le autorità di tutta l’UE hanno condotto 15 perquisizioni domiciliari, arrestato 11 persone (4 in Spagna, 1 in Germania, 3 in Svezia, 3 in Danimarca) e interrogato altre 16 persone. Il sospettato leader della rete criminale è tra le persone arrestate.
Le azioni hanno comportato il sequestro di 4,8 milioni di euro, compresi immobili per un valore di oltre due milioni di euro, quattro auto del valore di circa mezzo milione di euro, orologi di lusso, contanti, criptovalute e apparecchiature elettroniche. Sono stati rimossi 50 indirizzi IP e parte dell’infrastruttura criminale online, mentre sono stati congelati anche 11 conti bancari per un totale di 1,1 milioni di euro.
OLTRE 40.000 CANALI TV, FILM E SERIE SONO STATI TRASMESSI ILLEGALMENTE
Un comunicato di Europol spiega che l’indagine sulle attività della rete criminale è iniziata nel 2019 quando la polizia nazionale spagnola ha rilevato diversi siti Web che distribuivano illegalmente contenuti audiovisivi in diversi paesi in Europa, Asia e Medio Oriente. La distribuzione dei servizi illegali, in violazione dei diritti di proprietà intellettuale, è stata istituita tramite Internet Protocol Television (IPTV) e gestita dalla Spagna. La rete criminale offriva illegalmente oltre 40.000 canali TV, film, documentari e altri contenuti digitali tramite siti Web ospitati su una rete internazionale di server.
Il servizio illegale era stato reso disponibile attraverso un attraente ambiente web a prezzi molto più competitivi di quelli sul mercato legale. La rete criminale ha persino creato un’assistenza tecnica sofisticata e un controllo di qualità attraverso una propria piattaforma online di assistenza clienti. Oltre 2 milioni di abbonati stavano ricevendo questi servizi illegali per un totale di profitti per la rete criminale a circa 15 milioni di euro. L’indagine si è concentrata sullo spegnimento dei server e sulla disconnessione degli indirizzi IP e sull’ottenimento di informazioni pertinenti per smantellare efficacemente il gruppo criminale.
Europol ha assistito alle indagini facilitando lo scambio di informazioni e sostenendo le indagini finanziarie. Durante l’operazione presso l’Europol è stato istituito un posto di comando virtuale per facilitare il coordinamento operativo e lo scambio di informazioni in tempo reale e l’analisi operativa rispetto alle banche dati Europol.
“Questo – afferma la nota – è un primo esempio delle sinergie create dalla fusione di diversi team composti da esperti economici e finanziari nell’ambito del nuovo Centro europeo per i reati finanziari ed economici recentemente creato a Europol.
L’IPC3 (Coalizione coordinata del crimine di proprietà intellettuale) di Europol che ha sostenuto l’inchiesta è un progetto cofinanziato dall’EUIPO (l’Ufficio europeo per la difesa della proprietà intellettuale).