Bruxelles – Si negozia. La buona notizia per l’Europa è che i leader dei 27 Stati membri sono disposti a lavorare sulla ricetta anti-crisi. Si va avanti secondo programma. Vertice dei capi di Stato e di governo di giugno come base per il summit fisico di luglio, che il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, dice di voler convocare “attorno alla metà” del mese prossimo.
Da qui al momento della verità c’è poco meno di un mese, che vedrà lo stesso Michel prodigarsi senza sosta per trovare una sintesi tra le diverse istanze. Il vertice dei leader di oggi (19 giugno) ha conferito al belga un mandato a mettere sul tavolo un nuovo pacchetto, sulla base delle proposta della Commissione europea. “Adesso iniziano i negoziati”. Michel si metterà subito all’opera per “cercare di raggiungere l’accordo” su prossimo bilancio pluriennale e meccanismo per la ripresa, e inizierà, come vuole la logica negoziale, con i bilaterali.
La situazione, per come la presenta lo stesso Michel a fine videosummit, non appare delle migliori. Riconosce che “alcuni argomenti restano di forte difficoltà”. Quando li elenca, però, li menziona tutti. Ammontare complessivo del bilancio (1.100 miliardi, considerati troppi da Austria, Svezia, Finlandia, Paesi Bassi), dimensione del fondo per la ripresa (750 miliardi, considerati sempre troppi soprattutto dagli olandesi), indennizzi per il contributo al bilancio comune (Danimarca, Svezia e Paesi Bassi vogliono mantenerli), schema di garanzie e prestiti ( i nordici vorrebbero meno dei primi e più degli altri), condizioni per l’utilizzo dei fondi UE (sempre i nordici le vorrebbero più stringenti). Praticamente tutti i punti nevralgici del pacchetto anti-Coronavirus.
#EuCo Vertice europeo di oggi aveva un obiettivo: evitare No insormontabili sulla proposta della @EU_Commission. Obiettivo raggiunto. #NextGenerationEU procede
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) June 19, 2020
“Non sarà facile”, e Michel lo sa. Anche perché il tempo è poco. Ma dall’1 luglio, in piena fase di lavoro, la Germania assumerà la guida del Consiglio UE. Sarà il governo di Angela Merkel a gestire l’agenda dei lavori ministeriali. Michel potrà contare sull’alleata Merkel per serrare i ranghi di un’Unione europea. Per questo il presidente del Consiglio europeo non si sbilancia sulle prossime passe. “Convocherò il prossimo vertice quando sarà utile convocarlo”, dice. Quando ci si rimetterà al tavolo dipenderà ovviamente da quando Michel chiuderà la sua proposta, che i leader dovranno avere il tempo di studiare. Lecito immaginarsi che prima di chiudere il dossier Bruxelles e Berlino lavoreranno a quattro mani.
“Si sta creando consenso”, assicura Michel. Altrimenti il tavolo sarebbe già saltato. Bisogna appianare le divergenze. L’UE ha a disposizione un mese scarso per riuscirci.