Bruxelles – Riforme istituzionali e politiche. Se prima dello scoppio della pandemia erano solo auspicate, adesso, dopo il Covid-19, sono diventate essenziali e irrinunciabili. La crisi sanitaria ha messo in evidenza molte debolezze all’interno dell’Unione, a partire dalla scarsa solidarietà manifestata dagli Stati membri all’inizio della pandemia.
È urgente la necessità “di riformare l’Unione europea” e “di un’Unione efficace ed efficiente” si legge in una risoluzione adottata oggi con 528 voti favorevoli, 124 contrari e 45 astensioni dalla plenaria dell’Europarlamento. Nell’atto di indirizzo si ribadisce che l’Istituzione “è determinata ad avviare la Conferenza quanto prima, nell’autunno 2020”. Proprio il Coronavirus ha fatto slittare la data di inizio della Conferenza, fissata simbolicamente il 9 maggio, nel giorno in cui si celebra l’inizio dell’integrazione europea (9 maggio 1950 – Dichiarazione Schuman).
La risoluzione “politica e sintetica” approvata oggi servirà a sollecitare la Commissione e il Consiglio UE ad adottare una dichiarazione congiunta tra le tre istituzioni già prima della pausa estiva, in modo da rendere possibile organizzare la Conferenza subito dopo l’estate, sotto la presidenza di turno tedesca. La Conferenza sul futuro dell’Europa, per come è stata ipotizzata, sarà un momento di incontro e confronto tra cittadini, istituzioni e società civile, che insieme contribuiranno a nuove idee per un’Europa diversa, più democratica e più vicina ai bisogni.
Come avevamo anticipato, per l’avvio della Conferenza manca ancora una posizione negoziale comune a livello di Stati membri, in un Consiglio dell’UE che continua a temporeggiare su tempi e modi. Nella risoluzione, gli eurodeputati lo hanno esortato “a superare le sue divergenze e a presentare tempestivamente una posizione sul formato e sull’organizzazione della conferenza”, in modo che sia possibile inaugurarla prima della fine dell’anno.