Bruxelles – Mettere al riparo il mercato unico da ogni azione distorsiva e da malintenzionati. La necessità di un rilancio economico a seguito della recessione innescata dalla pandemia di COVID-19 offre alla Commissione europea l’occasione per mettere a punto nuovi meccanismi di difesa contro minacce esterne. Il Libro bianco sui sussidi esteri nel mercato unico è un tentativo di contrastare l’avanzata di soggetti e governi interessati a mettere le mani sull’economia a dodici stelle.
Non si fanno nomi, ma Cina e Russia aleggiano sullo sfondo della strategia di difesa. Margrethe Vestager sembra confermarlo. “L’economia europea è aperta e strettamente collegata al resto del mondo. Se questo deve rimanere un punto di forza, dobbiamo rimanere vigili”, dice la vicepresidente esecutiva della Commissione UE, responsabile per Concorrenza e digitale.
Ci sono tre ambiti di azione, e chiaramente sono rivolti ad alcuni soggetti più che ad altri. L’esecutivo comunitario li chiama ‘moduli’. Il primo mira ad affrontare gli effetti distorsivi causati dai sussidi stranieri, il secondo vuole evitare distorsioni nelle acquisizioni di società dell’UE, e il terzo vuole certezze per le procedure di appalto pubblico dell’UE. “Questi moduli possono essere complementari tra loro, piuttosto che alternativi”, fanno sapere da Bruxelles.
Tutto si deciderà entro fine anno. Ora si lancia la consultazione pubblica, che resterà aperta fino al 23 settembre. Poi si procederà ad una valutazione, sulla base dell’esito della consultazione. Infine si intende introdurre un nuovo strumento giuridico nel 2021.
A livello generale si vuole un sistema di monitoraggio più capillare. Il modulo 1 prevede l’istituzione di uno strumento generale di controllo del mercato. L’autorità di controllo, che sarebbe “un’autorità nazionale o la Commissione”, potrebbe agire su qualsiasi indicazione o informazione che una società dell’UE beneficia di un sussidio straniero. Se viene stabilita l’esistenza di un sussidio estero, l’autorità imporrebbe misure per porre rimedio al probabile impatto distorsivo, come pagamenti compensativi e rimedi strutturali o comportamentali.
Le misure anti-Cina ricadono più nello specifico nel modulo 2, concepito per interventi stranieri volti all’acquisizione di società dell’UE. Si vuole evitare che i sussidi esteri non conferiscano un vantaggio ingiusto ai loro destinatari quando comprano imprese europee. In base alla proposta della Commissione UE, le società che beneficiano del sostegno finanziario di un governo di paesi terzi dovrebbero notificare le loro acquisizioni di società dell’UE, al di sopra di una determinata soglia, all’autorità di vigilanza competente. Il Libro bianco propone che la Commissione sia l’autorità di controllo competente. Qualora l’autorità di vigilanza dovesse scoprire che l’acquisizione è facilitata dalla sovvenzione estera e distorce il mercato unico, potrebbe accettare impegni dalla parte notificante che rimediano efficacemente alla distorsione o, come ultima risorsa, potrebbe vietare l’acquisizione. Nell’ambito di questo modulo, la Commissione potrebbe anche applicare il test degli interessi dell’UE.
Quanto agli appalti, il Libro bianco propone un meccanismo in cui gli offerenti dovrebbero notificare all’amministrazione aggiudicatrice i contributi finanziari ricevuti da paesi terzi. Le competenti autorità aggiudicatrici e di vigilanza valuteranno quindi se esiste un sussidio estero e se ha reso la procedura di appalto iniqua. In questo caso, l’offerente sarebbe escluso dalla procedura di appalto. “Come parte del nostro regolamento sul mercato unico, dobbiamo evitare che i sussidi stranieri distorcano le procedure di appalto”, sostiene il commissario per il Mercato interno, l’industria e la difesa Thierry Breton. “Con questo libro bianco assicuriamo che le imprese beneficino di un accesso equo agli appalti pubblici”.