Bruxelles – Un minuto di silenzio per le vittime di razzismo e ogni altra forma di discriminazione. Si apre così la sessione plenaria del Parlamento europeo di giugno, ricordando la morte di George Floyd, l’afroamericano rimasto ucciso per mano della polizia di Minneapolis lo scorso 25 maggio. David Sassoli, presidente dell’Eurocamera, ricorda agli eurodeputati presenti in Aula che il rispetto dei valori democratici e dei diritti umani è un compito fondamentale e quotidiano, e va coltivato giorno dopo giorno. La morte di Floyd scalda l’Aula dell’Europarlamento ed è l’occasione per i deputati di discutere sulle forme di discriminazioni che ancora persistono, negli Stati Uniti ma anche in Europa e nel mondo.
“Uniti nella diversità” è il motto dell’Unione europea, ricorda la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, ma c’è ancora molto da fare per costruire un’Europa più equa e più giusta. Chi, nelle ultime settimane, ha manifestato negli USA ma anche in molte capitali europee, compresa Bruxelles, “chiede di essere ascoltato”. Ma è giunto il momento di fare qualcosa di più che ascoltare, più che condannare. “È il momento di parlare di razzismo, apertamente e onestamente”. Per questo, annuncia la presidente, l’Esecutivo torna a lavorare sul tema e la prossima settimana avrà un dibattito strutturato sul razzismo in seno al Collegio dei commissari.
La discussione si è aperta con la testimonianza dell’eurodeputata dei Verdi, Pierrette Herzberger-Fofana, che racconta di essere stata vittima ieri di un “trattamento umiliante” da parte della polizia del Belgio. Lo denuncia come un “atto discriminatorio a tendenza razzista” motivato dal suo colore della pelle e dall’aver cercato con il telefono di fotografare “nove poliziotti mentre molestavano due giovani neri”. “Si sono diretti verso di me – racconta ancora – strappandomi il telefono dalle mani, sono stata spinta contro il muro con brutalità”. Il caso, aggiunge visibilmente scossa, è stato denunciato e al termine della segnalazione Sassoli ha invitato l’eurodeputata a recarsi nel suo ufficio assicurando che chiederà “spiegazioni alle autorità del Belgio”.
Non servono parole, ma atti concreti. Perché la morte di George Floyd è l’occasione per l’Europa di osservare che continuano a verificarsi episodi di violenza legati a forme di discriminazioni anche a casa propria. Mentre ci sono partiti politici che sostengono xenofobia e razzismo e che riescono ad andare al potere e ” membri delle minoranze etniche e religiose sono ancora sotto-rappresentati nelle istituzioni politiche, sociali e accademiche”. Rivolgendo all’Aula queste parole, Ursula von der Leyen fa ammenda e riconosce che “la diversità non è ben rappresentata” neppure tra i membri del suo collegio dei commissari o tra lo staff della sua Commissione europea. “Non è troppo tardi per invertire la rotta” assicura. Il nostro motto, ripete la tedesca, “è quello di essere uniti nelle diversità”, ma è giunto il tempo di essere all’altezza di queste parole.