Bruxelles – Le parole non bastano. Soprattutto in un momento in cui i Paesi del nord Europa più intransigenti insistono su maggiori condizionalità per aiutare gli Stati membri dell’UE in difficoltà, occorre andare oltre i proclami. Parola di Enrico Giovannini, cofondatore dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (Asvis), in occasione della tavola rotonda organizzata da European Climate Foundation.
“I soldi vanno spesi”, dice l’ex ministro del Lavoro in riferimento al piano della Commissione UE per la ripresa dopo la recessione innescata dalla pandemia di COVID-19. Si tratta non tanto della capacità degli Stati di fare promesse, quanto della capacità degli Stati di fare gli investimenti, e quelli giusti”. Vanno evitati sprechi, intesi come utilizzo errato e non uso dei fondi. Un problema, quest’ultimo, vero e proprio tallone d’Achille dell’Italia per quanto riguarda i fondi strutturali. Austria, Svezia, Finlandia e Paesi Bassi non vogliono che in Europa si goda di aiuti ‘ingiustificati’, e allora una buona progettazione si rende necessaria per superare le resistenze di questi Paesi.
L’Europa degli Stati ha una grande chance, che va colta. “I leader dell’UE devono decidere se il Green Deal è la strategia per la ripresa dell’Europa. Mi auguro di sì”, l’auspicio di Giovannini, condiviso anche da Pascal Lamy, presidente del Paris Peace forum ed ex direttore generale dell’Organizzazione mondiale per il commercio (WTO). “La buona notizia è che la dimensione verde è lì ed è più chiaramente lì dei piani nazionali. Questa buona notizia deve ora essere confermata nel processo decisionale”.