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    Home » Politica » Dalla Brexit a George Floyd, nella plenaria del Parlamento europeo non si parla solo di Bilancio

    Dalla Brexit a George Floyd, nella plenaria del Parlamento europeo non si parla solo di Bilancio

    Al via domani la sessione di tre giorni. Focus sulla ripresa economica dalla crisi ma anche sulle proteste contro il razzismo, le relazioni tra Regno Unito e Unione europea e le sorti della Conferenza sul futuro dell'Europa

    Fabiana Luca</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@fabiana_luca" target="_blank">@fabiana_luca</a> di Fabiana Luca @fabiana_luca
    16 Giugno 2020
    in Politica

    Bruxelles – Dalla Brexit alla Conferenza sul futuro dell’Europa, passando per tematiche più strettamente attuali, quali razzismo, disinformazione e riapertura dei confini nello spazio Schengen. Tre giorni, dodici dibattiti, sei sessioni di voto. Se ancora non si può parlare di un vero e proprio ritorno alla normalità per i lavori del Parlamento europeo, è evidente che qualcosa inizia a cambiare e l’agenda dell’Eurocamera comincia di nuovo a farsi ricca di appuntamenti.

    Lo testimonia soprattutto il fatto che la sessione plenaria che si terrà da domani a venerdì 19 giugno – la quarta con modalità particolari a causa del Covid – non si occuperà solo di pandemia, anche se si aprirà domani pomeriggio con una discussione sul bilancio a lungo termine dell’UE e sulla ripresa economica dalla crisi. Al centro del dibattito, inaugurato dalle dichiarazioni di Ursula von der Leyen e Charles Michel, presidenti di Commissione e Consiglio UE, ci sarà la proposta di Next Generation EU, il fondo per la ripresa economica europea, e il Bilancio europeo di lungo termine (2021-2027) .

    Ursula von der Leyen e Charles Michel

    Il presidente dell’Europarlamento, David Sassoli, ha già chiarito che la proposta di partenza dell’Esecutivo rappresenta un punto da cui non si può tornare indietro, ma solo spingersi oltre, in termini di maggiore ambizione. La discussione in plenaria anticipa il summit tra i capi di stato e di governo che si svolgerà venerdì 19 giugno (dalle 10.00) sul tema della ripresa economica post-Covid. Tutti d’accordo che il vertice di venerdì non sarà risolutivo per trovare un accordo tra gli Stati membri, ma servirà più che altro a gettare le basi per un nuovo Consiglio europeo, stavolta in presenza, come auspicato da Michel, che si terrà a luglio sotto la presidenza di turno tedesca.

    Sempre domani gli eurodeputati discuteranno con i rappresentanti del Consiglio e della Commissione di razzismo e delle proteste scaturite in molte città degli Stati Uniti e dell’Unione europea, Bruxelles compresa, a seguito della morte di George Floyd, l’afroamericano rimasto ucciso per mano della polizia di Minneapolis (Minnesota). Per l’emiciclo del Parlamento UE sarà l’occasione per dibattere più in generale della discriminazione e degli atti di violenza della polizia nei confronti di alcune minoranze. La plenaria adotterà una risoluzione “per sintetizzare le opinioni del Parlamento europeo”.

    In agenda anche la Brexit. Gli eurodeputati faranno il punto sui progressi compiuti nei negoziati tra UE e Regno Unito su un nuovo partenariato speciale e voteranno giovedì su un progetto di risoluzione in cui si ribadisce la richiesta degli eurodeputati a rispettare gli accordi firmati dall’UE e dal Regno Unito. Sarà presente anche il capo negoziatore dell’UE per la Brexit, Michel Barnier. Nonostante i segnali positivi degli ultimi giorni, il dibattito in Aula sarà senza dubbio acceso: Martin Schirdewan, eurodeputato della Sinistra unitaria della GUE, ha già fatto sapere che il gruppo “non sosterrà alcun accordo che porterà a dumping fiscale, abbassamento degli standard ambientali e sociali e problemi di privacy”, alcuni dei nodi ancora sul tavolo.

    Philippe Lamberts

    Finora, accusa Schirdewan, “quello che abbiamo è un pezzo di carta bianco: niente di tangibile”. L’ipotesi di una ‘hard Brexit’ è sicuramente ancora sul tavolo. Dello stesso avviso anche il co-presidente del gruppo dei Verdi, Philippe Lamberts, che in un incontro virtuale con la stampa ha sintetizzato dicendo che un accordo con il governo britannico non ci sarà “perché manca la volontà da parte di Londra di finalizzare un accordo”.

    Spazio anche per la Conferenza sul futuro dell’Europa, l’iniziativa per una riforma della democrazia europea che doveva avviarsi il 9 maggio ma che continua a essere rimandata a causa dell’impossibilità di riunirsi in presenza. La Conferenza è infatti stata ideata come un processo inclusivo e partecipativo che dovrebbe permettere ai cittadini e società civile di contribuire a un dialogo aperto su come riformare l’Unione europea, mettendo mano eventualmente anche ai Trattati. I deputati chiederanno che sia “istituita il prima possibile” e che nell’agenda diventi prioritario discutere delle sfide aperte dal Covid-19.

    Dopo mesi di rimpallo tra Commissione UE e Stati membri, è tempo per la plenaria del Parlamento di dire la sua anche sulla ‘tassonomia green’, il sistema di classificazione che definisce cosa sia un’attività economica sostenibile e stabilisce criteri verdi per gli investitori. Discuteranno poi della revoca delle restrizioni di viaggio e dei controlli alle frontiere nell’area Schengen; dell’impatto delle campagne di disinformazione durante la pandemia, e anche del sostegno per il settore del turismo colpito dalla crisi. Ci sarà spazio anche per la politica estera, in uno scambio di vedute con l’alto rappresentante UE per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, circa le relazioni con i paesi vicini dell’Europa orientale e dei Balcani occidentali ma anche su Hong Kong e sulla nuova controversa legge approvata dalla Cina in materia di sicurezza.

    Tags: charles michelDavid Sassolifrontiere interneGeorge Floydparlamento europeoplenariarazzismoTassonomiaursula von der leyen

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