Bruxelles – Passi avanti per l’interoperabilità delle app di tracciamento anti-COVID in Europa. Gli Stati membri, con il sostegno della Commissione, hanno concordato una serie di specifiche tecniche per garantire uno scambio sicuro di informazioni tra app di tracciamento dei contatti nazionali basate su un’architettura decentralizzata. Una funzione fondamentale per la ripartenza, per il turismo in particolare e per i viaggi di affari.
La novità riguarda la stragrande maggioranza delle app di tracciamento che erano già – o stanno per essere lanciate – nell’UE (tra le quali Immuni, restano fuori al momento solo quella francese e quella ungherese). Una volta implementata la soluzione tecnica, le app nazionali funzioneranno anche gli utenti viaggiano in un altro paese dell’UE che segue anche l’approccio decentralizzato. Le prime sperimentazioni inizieranno nelle prossime settimane, probabilmente con un primo gruppo di quattro Paesi: Germania, Irlanda, Paesi Bassi e Polonia.
Il commissario per il mercato interno Thierry Breton ha spiegato che “mentre ci avviciniamo alla stagione dei viaggi, è importante garantire che gli europei possano utilizzare l’app dal proprio Paese ovunque si trovino nell’UE. Le app di tracciamento dei contatti possono essere utili per limitare la diffusione del Coronavirus, in particolare nell’ambito delle strategie nazionali per l’eliminazione delle misure di confinamento”.
La commissaria per la Salute, Stella Kyriakides, ha aggiunto: “Le tecnologie digitali sono fondamentali per avvisare i nostri cittadini dei rischi di infezione. Chiedo ai nostri cittadini di utilizzarle, poiché queste tecnologie possono essere efficaci solo se disponiamo di una massa critica di utenti. La sicurezza dei dati, i diritti fondamentali e la protezione della privacy in questi strumenti digitali non saranno negoziabili”.
La maggior parte degli Stati membri ha deciso di lanciare app mobili per integrare la traccia dei contatti manuale della diffusione del Coronavirus. La stragrande maggioranza delle app nazionali approvate si basa su un’architettura decentralizzata, spiega la Commissione, il che significa che gli identificatori anonimi degli utenti che sono stati rilevati per una certa durata in prossimità rimangono sul telefono stesso e verranno controllati dal telefono rispetto agli identificativi degli utenti segnalati essere infetti. Le specifiche tecniche di interoperabilità consentiranno di effettuare questi controlli anche per gli utenti che viaggiano da altri Stati membri, senza la necessità di scaricare diverse app nazionali.
Le informazioni di prossimità condivise tra le app saranno scambiate in modo crittografato, il che impedisce l’identificazione di una singola persona, in linea con le rigide linee guida dell’UE sulla protezione dei dati per le app; non verranno utilizzati dati di geolocalizzazione. Per supportare l’ulteriore razionalizzazione del sistema, la Commissione istituirà un servizio gateway, un’interfaccia per ricevere e trasmettere in modo efficiente le informazioni pertinenti dalle app e dai server nazionali di tracciamento dei contatti. Ciò ridurrà al minimo la quantità di dati scambiati e quindi ridurrà il consumo di dati degli utenti.
Le specifiche tecniche concordate oggi si basano sulle linee guida di interoperabilità concordate a maggio, che stabiliscono i principi generali.