Bruxelles – La Commissione europea ha raccomandato a tutti gli Stati che aderiscono all’area Schengen di riaprire i confini interni entro lunedì 15 giugno. Molti hanno già annunciato l’intenzione di farlo, ma diversi hanno preso tempo fino alla fine del mese di giugno. La situazione epidemiologica in Europa sta migliorando, lo conferma l’ECDC, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, il quale sottolinea che le restrizioni interne all’UE non siano il modo più appropriato per approcciare l’emergenza sanitaria.
Lo riferisce in conferenza stampa Ylva Johansson presentando le nuove raccomandazioni dell’Esecutivo comunitario per affrontare a livello europeo l’allentamento delle restrizioni ai viaggi imposte per contenere la diffusione dei contagi. Ora la situazione epidemiologica in Europa sta migliorando, conferma la commissaria europea agli Affari interni. Per questo dal Berlaymont incoraggiano “vivamente i restanti Stati membri (che non hanno ancora annunciato quando riapriranno i confini, ndr) a portare a termine l’abolizione dei controlli alle frontiere interne e le restrizioni alla libera circolazione all’interno dell’UE” si legge nel documento. La cosa più importante, sottolinea Johansson, è che i confini interni allo spazio Schengen siano tutti riaperti prima di iniziare ad allentare anche i controlli alle frontiere esterne e le restrizioni ai viaggi.
Nel caso dei confini esterni la riapertura inizierà dal primo luglio ma sarà graduale, valutando Paese per Paese, l’evoluzione delle condizioni sanitarie. Dovrà basarsi su criteri chiari ed essere soggetta a monitoraggio costante. Lunedì 15 giugno scadrà anche la raccomandazione della Commissione europea sulle restrizioni ai viaggi che riguardano i paesi terzi, che gli Stati membri hanno chiesto di prolungare per ulteriori due settimane, fino al 30 giugno. Dopodiché dovrà cominciare l’allentamento dei controlli anche sui confini esterni, per i quali sarà “difficile riuscire a mantenere un approccio coordinato e unitario” dice la commissaria.
La Commissione ha individuato una serie di criteri per l’allentamento delle restrizioni anche nei confronti dei paesi terzi: la situazione epidemiologica e la risposta alla pandemia; la capacità di applicare misure di contenimento durante i viaggi; e infine le valutazioni che riguardano la reciprocità, ovvero i Paesi terzi a cui l’UE riaprirà le frontiere esterne dovranno fare lo stesso nei confronti di Bruxelles. Di concerto con gli Stati membri, l’Esecutivo inizierà da oggi a lavorare a una lista di Paesi extra-UE a cui riaprire i confini, suscettibile a modifica nel corso del tempo. La Commissione ha già inserito i sei paesi dei Balcani occidentali (Albania, Kosovo, Bosnia Erzegovina, Montenegro e Serbia) tra i Paesi a cui riaprire nell’immediato, dal primo luglio. Questo perché, chiarisce la commissaria, la condizione epidemiologica dei Balcani “è simile a quella dei Paesi europei” e anche per il legame privilegiato unisce i due blocchi di Paesi.
Quelle pubblicate oggi dalla Commissione europea sono solo raccomandazioni, non strettamente vincolanti, che tendono però al massimo beneficio per l’Unione nel suo complesso. L’Unione europea non ha competenza nella gestione delle frontiere, interne o esterne, che rimangono competenza esclusiva degli Stati membri. Johansson assicura però di aver visto tra i rappresentanti degli Stati UE la disponibilità a coordinarsi in un approccio unico almeno sulle riaperture, dal momento che sulle chiusure ogni Paese ha fatto da sé.