Bruxelles – La Commissione europea non si tira indietro, è pronta a intervenire mediante procedure di infrazione contro quegli Stati membri che non rispettano il principio di uguaglianza anche nei confronti delle comunità LGBT (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali).
Non dice come e non dice quando, ma la commissaria europea per l’uguaglianza, Helena Dalli, assicura di fronte all’Europarlamento che non sarà “timida” nei confronti dei Paesi che continuano a manifestare forme di discriminazione su più livelli. Intanto, ricorda che entro la fine dell’anno l’Esecutivo presenterà una strategia per l’uguaglianza delle persone LGBT, che avrebbe dovuto già essere pubblicata, ma che come molte altre cose, è stata rimandata a causa della pandemia.
Proprio la pandemia e con essa la stretta autoritaria di molti governi per fronteggiarla, desta preoccupazioni e ha avuto un peso anche sulle discriminazioni di minoranze in molte parti d’Europa, le ricordano gli eurodeputati della commissione per le Libertà civili. La Commissione, dal canto suo, sta monitorando attentamente le situazioni tra gli Stati membri che destano più preoccupazioni a Bruxelles, tra cui Dalli cita le cosiddette ‘zone franche LGBT’ in Polonia o l’approvazione in Ungheria di una legge che vieta alle persone transgender di cambiare sesso all’anagrafe.
Varsavia e Budapest, la lente di Bruxelles si posa sempre qui. “Le notizie non sono buone” sintetizza la commissaria, ma il compito dell’Esecutivo è quello di garantire che il diritto comunitario sia rispettato in ogni momento. Il compito dei legislatori o in generale dei decisori politici non è quello di giudicare ma di lavorare “per rimuovere le discriminazioni” che possono venirsi a creare e ledere il principio di uguaglianza. È vero che il tema del riconoscimento di genere è competenza degli Stati membri ma è un dato di fatto “che le persone LGBT ancora non siano ben accette in alcune parti dell’Unione”. “Ci sono casi di discriminazione concreta” che non sono in linea con il principio di uguaglianza incorporato nei vari Trattati su cui l’UE si fonda. Dovere degli Stati membri è garantire che le leggi nazionali siano “progettate e applicate conformemente ai loro obblighi in materia di diritti fondamentali”.
La commissaria si sofferma anche sulla discriminazione razziale, citando il caso di George Floyd, l’afroamericano rimasto ucciso per mano della polizia di Minneapolis e che ha scatenato proteste e manifestazioni in molte parti del mondo. “Il razzismo esiste in tutti gli Stati membri e non può più essere ignorato”. Può assumere forme diverse nei vari Paesi d’Europa ma è un dato assodato che sia presente ovunque. E si rivolge agli eurodeputati: “Dobbiamo lottare insieme contro il razzismo”.