Bruxelles – Paolo Gentiloni commissario all’Economia e presidente dell’Eurogruppo. E’ la proposta, pragmatica e non provocatoria che viene da Andrew Duff, ex europarlamentare liberale britannico, attualmente consigliere dell’importante Think tank brussellese European policy centre (EPC) il cui presidente è l’ex capo del Consiglio europeo Herman van Rompuy.
In un paper diffuso oggi, all’indomani dell’annuncio delle dimissioni dell’attuale presidente Mario Centeno, Duff spiega che “sia lo status giuridico che l’efficacia politica dell’Eurogruppo sono stati messi in discussione negli ultimi tempi. L’Eurogruppo non è un’istituzione decisionale formale dell’Unione, ma ha influenza e in tempi di crisi finanziaria (quasi perpetua) ne ha plasmato la politica. Ciò che non è essere un sostituto affidabile del governo economico perché manca dello strumento della politica fiscale”.
Lo studioso sottolinea poi che “l’Eurogruppo è inoltre democraticamente non responsabile”, anche se “nessuno può mettere in dubbio la necessità che i ministri delle Finanze dei Paesi della Zona euro si incontrino regolarmente in un contesto relativamente discreto e informale. Il suo presidente deve avere relazioni molto strette con la Commissione europea, il cui compito è cercare di coordinare le politiche economiche degli Stati membri”.
Duff inizia poi a descrivere il profilo del miglior presidente dell’Eurogruppo: “Ha bisogno di capacità diplomatiche e merita di disporre di risorse adeguate in termini di sostegno istituzionale, idealmente di orientamento sovranazionale e non nazionale”. E qui la figura di Gentiloni inizia a definirsi, quando già si stanno avanzando candidature di altri ministri per sostituire Centeno. “Tuttavia – scrive l’ex parlamentare -, si presenta un’altra soluzione: rompere con i precedenti e nominare un membro senior della Commissione europea”.
Secondo Duff, mentre l’UE inizia ad accettare la necessità di una politica fiscale comune per stimolare la ripresa economica dalla pandemia, “la posizione della Commissione diventa centrale”. Il Recovery Fund, “finanziato dall’emissione di eurobond, crea il nucleo di un adeguato tesoro dell’UE che va oltre i precedenti fondi, come il Meccanismo europeo di stabilità, che poggiano su base intergovernativa”. Dunque “un Tesoro ha bisogno di un segretario al Tesoro. Quella persona al momento è Paolo Gentiloni. Sarebbe un ammirevole presidente dell’Eurogruppo”, sottolinea Duff, il quale precisa che “il protocollo n. 14 del trattato di Lisbona non vieta l’elezione di un commissario come presidente dell’Eurogruppo. Gentiloni ha bisogno che 10 dei 19 ministri votino per lui”.
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