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L’Unione europea è figlia degli Stati nazionali. La sua nascita come organizzazione internazionale è il risultato della firma di una lunga serie di trattati internazionali negoziati tra Stati sovrani, secondo le regole del diritto internazionale. Il processo di integrazione europea, quindi, ha visto la progressiva cessione di parte della sovranità statale. Ciò ha determinato lo sviluppo di una dimensione sovranazionale, mentre la dimensione sub-nazionale o regionale è stata, soprattutto all’inizio, completamente ignorata.
L’evolversi del percorso di integrazione europea ha permesso un sempre maggiore riconoscimento della dimensione regionale e della necessità di coinvolgere le realtà locali nel processo.
Inizia con questo articolo un nuovo progetto de Lo Spiegone dedicato all’analisi dei rapporti tra l’Unione europea e le regioni che ne sono parte, con la consapevolezza dell’importanza che questo tema riveste per una più concreta realizzazione della cittadinanza europea.
La dimensione regionale nei Trattati
La dimensione regionale e locale viene riconosciuta nel panorama normativo europeo come parte integrante della dimensione nazionale degli Stati membri, nel rispetto delle diverse eccezioni che tale espressione può assumere negli ordinamenti interni di ciascun Paese. Infatti, ogni Stato membro è caratterizzato da modalità proprie di regolare i rapporti tra governo centrale ed enti locali, definendo tale gestione all’interno delle carte costituzionali.
Non esistendo un concetto univoco di “regione”, tale termine viene utilizzato nel panorama europeo per indicare in modo generale le entità locali che costituiscono il territorio di ciascuno Stato e alle quali vengono assegnati diversi ruoli e compiti secondo gli ordinamenti interni. Questi ultimi stabiliscono anche gli strumenti e le procedure per il coinvolgimento delle regioni nel processo decisionale europeo.
L’articolo 4.2 del Trattato sull’Unione europea (TUE) recita:
“L’Unione rispetta l’uguaglianza degli Stati membri davanti ai trattati e la loro identità nazionale insita nella loro struttura fondamentale, politica e costituzionale, compreso il sistema delle autonomie locali e regionali. Rispetta le funzioni essenziali dello Stato, in particolare le funzioni di salvaguardia dell’integrità territoriale, di mantenimento dell’ordine pubblico e di tutela della sicurezza nazionale. In particolare, la sicurezza nazionale resta di esclusiva competenza di ciascuno Stato membro”.
Il riconoscimento ufficiale delle autonomie territoriali come elementi costitutivi dell’Unione stessa, sebbene ricomprese nella dimensione dello Stato centrale, si è raggiunto con il Trattato di Lisbona. Ciò ha determinato la definizione della struttura europea come caratterizzata da una “multi-level governance” della quale le “regioni” costituiscono il “terzo livello”, ovvero quello sub-nazionale.
Perché di tale dimensione si tenga davvero conto e soprattutto si colgano le risorse e le opportunità che può fornire al processo di integrazione, la normativa europea prevede una serie di strumenti introdotti nel tempo. Tra questi occupano un ruolo centrale il principio di sussidiarietà e la politica di coesione.
(Approfondimento a cura de Lo Spiegone. Vai sul loro sito per leggere tutto il testo)