Bruxelles – Ogni iniziativa che punti alla pace in Libia è un passo in avanti per la stabilità della regione, ma serve trovare una “soluzione politica inclusiva” che tenga conto delle conclusioni del processo e della Conferenza di Berlino. Così commenta Peter Stano, portavoce del Servizio europeo per l’azione esterna, il piano di mediazione dell’Egitto per la fine delle ostilità in Libia. Sabato il presidente egiziano, Abdel Fattah Al Sisi, ha proposto infatti un cessato il fuoco nella regione a partire dalla mattina di lunedì 8 giugno. Secco il rifiuto da parte del governo nazionale libico di Fayez Al Sarraj che ha respinto l’iniziativa di mediazione del Cairo, accolta invece dal generale Khalifa Haftar.
Da parte sua, Bruxelles riconosce che la “situazione sul campo sta cambiando”, ma non cambia la posizione dell’UE, che ripetutamente chiede un cessate il fuoco immediato nella regione e anche lo stop alle interferenze esterne nel conflitto da parte di paesi terzi (con riferimento a Turchia e Russia). Di questo avevano discusso già i leader europei durante la Conferenza di Berlino, che si è svolta agli inizi dell’anno, per chiedere a tutte le parti coinvolte di “agire con responsabilità”, fermando i combattimenti e il confronto militare e tornare al tavolo delle negoziazioni.
Dopo mesi di mediazioni diplomatiche da parte di Nazioni Unite e UE, un accordo per il cessate il fuoco definitivo nelle regiona ancora non si è finalizzato. “Non esiste alcuna soluzione militare”, ribadisce Stano, ma solo una soluzione “politica che va trovata al tavolo dei negoziati”. Qualunque soluzione politica, secondo l’UE, deve comprendere anche le conclusioni del processo di Berlino e della Conferenza di Berlino, che aveva stabilito l’embargo sulle armi nella regione (il cui monitoraggio è affidato alla missione IRINI, a guida italiana) e la fine delle interferenze esterne nel conflitto.
Il tema è caro anche all’Italia che, sulla stessa linea di Bruxelles, sostiene da tempo una soluzione politica alla crisi libica, che sia accettata in pieno da entrambe le parti. Palazzo Chigi ha fatto sapere ieri che il premier Giuseppe Conte ha sentito telefonicamente al-Sisi per discutere della stabilità regionale, “con particolare riferimento alla necessità di un rapido cessate il fuoco e ritorno al tavolo negoziale in Libia”.