Bruxelles – Le risorse dell’UE per la ripresa vanno investite “nelle regioni più colpite” dalla crisi innescata dalla pandemia di COVID-19. Una volta di più la commissaria per la Coesione, Elisa Ferreira, ricorda lo spirito che anima la strategia dell’esecutivo comunitario per far ripartire l’Europa. “Nessuno va lasciato indietro”, ripete nel corso dell’audizione in commissione Politiche regionali del Parlamento europeo. Per questo “raccomandiamo caldamente agli Stati membri di usare i fondi europei sulla base della situazione regionale”, così da “sostenere le regioni più vulnerabili, quelle che non ce la farebbero da sole” a uscire dalla crisi.
La Commissione sa già come redistribuire le risorse tra gli Stati membri. Ci sono tre criteri su cui ci si baserà, e Ferreira li chiarisce: aumento della disoccupazione tra fine 2019 e prima metà del 2020, riduzione del Prodotto interno lordo delle regioni, prosperità del Paese. Sulla base di queste informazioni si provvederà a distribuire le risorse, auspicabilmente già a settembre. “Vogliamo dati statistici regionali per la fine dell’estate”, sottolinea la Commissaria, al momento non in possesso delle informazioni necessarie per definire l’intervento nelle singole regioni.
Tutto questo implica per l’Italia la necessità di intervenire in maniera decisa nelle regioni del Mezzogiorno, già indietro rispetto al resto del Paese anche prima dell’avvento del Coronavirus. La pandemia rischia di accrescere il divario nord-sud, e dunque sarà importante che governo centrale ed enti locali sappiano rilanciare le economie regionali.
Sottolinea la natura ‘verde’ e digitale delle misure che saranno chiamate a mettere in campo le autorità locali e nazionali, e ricorda che la Commissione non firmerà cambiali in bianco. Si vuole vedere cosa si intende fare e come spendere a livello locale prima di garantire l’erogazione delle risorse comunitarie. “Abbiamo già chiesto gli Stati membri di predisporre le loro proposte di spesa”. I soldi saranno legati “ai nostri obiettivi” di ripresa, che dovrà essere “inclusiva, sostenibile, digitale”.