Bruxelles – La lotta alla disinformazione adesso entra in una nuova fase. È entrato in funzione l’Osservatorio europeo dei mezzi d’informazione digitali (EDMO), volto all’identificazione e al contrasto delle fake-news. Finanziato dall’UE (2,5 milioni di euro), e coordinato dall’Istituto universitario europeo di Firenze, l’Osservatorio mette insieme verificatori di fatti, esperti di alfabetizzazione dell’informazione e ricercatori accademici per comprendere e analizzare la disinformazione, in collaborazione con organizzazioni dell’informazione, piattaforme online e professionisti dell’alfabetizzazione mediatica.
L’Osservatorio europeo contro le bufale, intende promuovere le conoscenze scientifiche sulla disinformazione on-line, sostenendo lo sviluppo di servizi di verifica dei fatti dell’UE e i programmi di alfabetizzazione. EDMO aiuterà le autorità nazionali di regolamentazione e allo stesso tempo spianerà la strada alla condivisione fidata dei dati tanto necessari per la ricerca.
“La disinformazione sta diventando sempre più una minaccia per le nostre società democratiche e dobbiamo combatterla”, avverte Věra Jourová, commissaria per i Valori e la trasparenza. “L’Osservatorio europeo indipendente dei media digitali è un elemento importante del nostro approccio: promuove il controllo dei fatti e migliora la nostra capacità di comprendere meglio la diffusione della disinformazione online”.
Renaud Dehousse, presidente dell’Istituto universitario europeo, anticipa che “ci impegneremo con piattaforme come Facebook e Twitter per creare un accesso sicuro per i ricercatori a set di dati pertinenti per la ricerca”. Così facendo gli utenti “saranno in grado di accedere alla piattaforma EDMO sicura per attività di verifica dei fatti e collaborazione con altri utenti”. Inoltre, continua il responsabile dell’organismo di Firenze, “forniremo materiale ai professionisti dell’alfabetizzazione dell’informazione, agli insegnanti e ai cittadini per aumentare la consapevolezza della società sulla disinformazione online, la cui importanza è dimostrata nuovamente dallo scoppio della disinformazione intorno alla recente epidemia di COVID-19“.