Bruxelles – La ripresa ci sarà, ma non sarà così vigorosa come molti ipotizzano e auspicano. Paolo Gentiloni non intende alimentare false speranze. “Non ci sarà un ripresa ‘a V’. Ancora non è chiaro che forma assumerà la ripresa”, dice il commissario europeo all’Economia, intervenendo alla Conferenza europea dell’Istituto di finanza internazionale. Già i numeri parlano da soli. In generale la Commissione europea prevede per la fine di quest’anno una decrescita del 7,5%, per una ripresa attorno al 6% il prossimo anno. Dunque qualcosa si perderà per strada. In ogni caso “permangono rischi al ribasso”, mette in guardia Gentiloni.
Non nasconde che quella provocata dalla pandemia di COVID-19 “è la peggiore recessione da circa quasi un secolo”, oltretutto con impatti diversificati. Ci saranno alcuni Stati membri che vedranno il proprio Prodotto interno lordo (PIL) del 10%, mentre i meno colpiti avranno contrazioni del 5%, dice Gentiloni, preoccupato per i diversi ritmi di ripresa, dovuti anche alle diverse politica di gestione dell’emergenza Coronavirus.
“Le conseguenze dei confinamenti sono, secondo le nostre previsioni, molto serie“. Ma non tutti hanno attuato le stesse misure di cosiddetto ‘lockdown’. “Abbiamo sempre detto che dovevamo evitare una nuova recessione, adesso dobbiamo evitare una frammentazione” delle economie. E’ possibile che per qualcuno il rimbalzo economico sia effettivamente ‘a V’, ma non sembra essere questo il destino generale dell’Unione.
Anche per questo, per Gentiloni, “è il momento di accelerare, non di rallentare, sul meccanismo di aggiustamento di carbonio alle frontiere”, la tassa sulle emissioni di CO2 a cui l’esecutivo sta ragionando per promuovere la ripresa sostenibile. Spetta proprio a Gentiloni il compito di definire il dazio da pagare sulla base dell’impronta di carbonio del prodotto esportato nel mercato unico.