Bruxelles – “La Commissione prende nota”, come sempre, e come sempre va avanti per la propria strada. La proposta di bilancio pluriennale UE (MFF 2021-2027) e fondo per la ripresa messa sul tavolo da Austria, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia non sembra agitare l’esecutivo comunitario. “Ci sono tanti contributi al dibattito”, si limita a dire Eric Mamer, capo del servizio dei portavoce della Commissione europea. “E’ molto sano che ci siano tante proposte sul tavolo”, indice del buon stato di salute della democrazia europea, ma farà fede quello che sul tavolo metterà il team von der Leyen mercoledì (27 maggio), quando si sveleranno le proposte di bilancio e strategia di ripresa.
Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli rivolge invece ai quattro “un appello alla loro responsabilità. Non esistono Paesi frugali ed altri spendaccioni. Piuttosto esistono Paesi consapevoli delle sfide che abbiamo di fronte e Paesi inconsapevoli”.
“Per questo – dice Sassoli in un’intervista collettiva al network di donne corrispondenti Brux-Elle – chiedo a tutti di essere all’altezza di questo momento storico. Tutti si avvantaggiano dei benefici del Mercato europeo e anche i paesi che hanno sollevato obiezioni ne sono tra i principali destinatari. Mi auguro che tutti siano consapevoli. Non è il tempo della rigidità ma della ricostruzione, altrimenti saremo costretti ad un Europa a diverse velocità”.
La Commissione UE fin qui ha sempre tenuto un filo diretto con le capitali, per essere certa che al momento della presentazione delle proposte non vi siano brutte sorprese. Si è in ritardo con il budget, e si ha urgenza di invertire gli effetti recessivi della pandemia di COVID-19. A Bruxelles si è sempre guardato con maggiore attenzione alle decisioni di Francia e Germania, attorno a cui ruota il funzionamento dell’Unione. Il loro accordo è il tracciato che l’esecutivo comunitario intende seguire. Difficile che ci si sposti sulle posizioni dei cosiddetti “frugali”. Intanto perché netta minoranza dichiarata (4 su 27), anche se le questioni economico-finanziarie necessitano l’unanimità. E poi perché si tende ad evitare strappi con i soggetti più influenti dell’UE.
La Commissione dunque prende nota delle posizioni di Austria, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia. Per loro il messaggio è sempre stato lo stesso: la ricetta in via di definizione prevederà una formula mista di prestiti e garanzie, così da accontentare anche quanti vogliono rassicurazione circa l’assenza di “soldi a pioggia” a fondo perduto. Praticamente tutti, nel collegio dei commissari, l’hanno detto e ripetuto in queste ultime settimane. Sull’ammontare del bilancio, però, difficile immaginare che la Commissione possa giocare al ribasso. Per cui, con garbo e diplomazia, si ringrazia il gruppetto dei quattro e si procede secondo le intenzioni iniziali e le indicazioni giunte da altri Stati membri.