Bruxelles – Favorire vie legali e percorsi sicuri per l’arrivo dei migranti in Unione europea sarà al centro del nuovo patto europeo per l’immigrazione e l’asilo. Causa Coronavirus, slitta ancora la data di rilascio da parte della Commissione europea del nuovo pacchetto sulle migrazioni, che andrà a riformare anche il sistema di asilo di Dublino. In un evento organizzato da Friends for Europe, Ylva Johansson si dice fiduciosa che l’Esecutivo europeo potrà presentarlo già “agli inizi dell’estate”, senza però dare indicazioni più precise su tempi e modi.
La Commissione in questo momento “è molto occupata a gestire l’impatto della crisi” da Covid-19, si rammarica la commissaria europea agli Affari Interni. La pandemia ha rallentato, tra le altre cose, anche i processi d’asilo e di ricollocamento dei migranti in Europa, ma d’altro canto rimane prioritario riuscire a concordare con gli stati membri un sistema europeo comune per le migrazioni e l’asilo. Il nuovo patto introdurrà nuove modalità per i processi di asilo, in modo che siano più efficienti e più efficaci. Soprattutto, l’UE intende operare una distinzione tra coloro che sono candidati a rimanere in Europa e coloro che invece non lo sono: questi ultimi – spiega Johansson – devono poter essere rimpatriati in tempi rapidi, attraverso nuovi meccanismi più efficienti nel sistema d’asilo.
Attraversare il Mediterraneo per arrivare in Europa rappresenta un rischio per la vita dei migranti. “Ecco perché è molto importante fornire percorsi legali per loro per raggiungere gli stati membri”, afferma la commissaria. Le migrazioni per vie legali occuperanno dunque una parte essenziale della nuova politica europea sulla migrazione, cercando di ridurre al minimo il rischio per la vita dei migranti. “Salvare vite umane è una nostra priorità”.
Una gestione regolare e legale dei flussi migratori in Europa è auspicabile ma soprattutto possibile. Dati alla mano, in un anno normale sono circa 1-1,5 milioni i migranti che arrivano in Europa regolarmente, mentre sono poco meno di 200 mila quelli irregolari. “I migranti sono una parte della vita europea” sottolinea la commissaria, “fanno parte di “noi”. Per questo la nuova politica europea sulla migrazione va ripensata in termini non tanto di integrazione, quanto di inclusione all’interno della società europea.
Ad oggi, molti movimenti politici trattano il tema e parlano di migranti “come se non fossero nemmeno esseri umani o come se fossero una minaccia per la nostra società”. E dopo la crisi del Coronavirus il rischio di “nuove ondate razzismo e xenofobia è dietro l’angolo”, dal momento che la profonda recessione che ne seguirà contribuirà ad alimentare una politica del risentimento a discapito dei soggetti più vulnerabili, come i migranti. Per questo rimane prioritario per la commissione “mostrare ai cittadini che siamo in grado di gestire i flussi migratori” in maniera legale “così da impedire agli estremisti di destra di guadagnare consenso dalla situazione” e inquadrare i migranti come una sorta di minaccia per la società.