Bruxelles – “Regioni e Stati membri risulteranno colpiti in modo diverso” dalla crisi innescata dalla pandemia di Coronavirus, e dunque “c’è il rischio di forti squilibri, e se si materializza la ripresa sarà debole”. Elisa Ferreira lancia l’allarme. La commissaria per le Politiche regionali avverte che la diversa situazione epidemiologica, con le diverse misure di confinamento introdotte negli Stati membri dell’UE, ha creato le condizioni per recuperi a diverse velocità. Una cosa che va scongiurata, altrimenti “gli squilibri aumenteranno” , con ripercussioni sul funzionamento del mercato unico, “motore di spinta dell’Europa”. Uno sfasamento del mercato unico “sarebbe un disastro”.
Intervenendo al dibattito sul futuro delle politiche di coesione organizzato dallo European Policy Center (EPC), Ferreira prova a dare una risposta al problema, che passa per il bilancio pluriennale dell’UE (MFF 2021-2027). “Possiamo andare avanti con un budget frutto di un contributo dell’1% della ricchezza sociale? La risposta è no!”, dice in aperta polemica con gli Stati membri, in particolare quelli che finora hanno sempre mostrato una certa avarizia. “Abbiamo un bilancio debole”, e oltretutto “il dibattito è stato dirottato su quanto si mette e quanto si riceve, quando il bilancio è uno strumento redistributivo”. A livello politico si assiste dunque a “un dibattito ridicolo”, e la commissaria vuole dirlo a chiare lettere. Occorre mettere sul tavolo più soldi e da parte ridicolaggini.
Il contributo della coesione non dovrà venir meno. “Finora la politica di coesione ha funzionato, dimostrando di essere quella più flessibile all’interno del bilancio pluriennale e sostenendo le regioni più deboli”. Oltretutto si pone l’obiettivo dichiarato di evitare e superare disparità. “Resta fermo il principio dell’equilibrio tra regioni e Paesi, principio che deve essere incastonato” nella politica di ripresa dell’UE. “La riforma è diventato un elemento essenziale dell’agenda politica”, sottolinea Ferreira. “Dobbiamo mettere greening e digitale al centro della nostra azione, dobbiamo avere una ripresa che guardi al futuro senza replicare i modelli passati. Perché potremo anche avere un vaccino per il Coronavirus, ma non potremo averlo per i cambiamenti climatici”.