Bruxelles -Sovvenzioni a fondo perduto e garanzie degli Stati membri UE. Il Recovery Instrument, il quarto pilastro del pacchetto anti-crisi della Commissione europea, comincia a prendere forma. Dopo continui rimandi, il collegio dei commissari doveva presentarlo il prossimo 20 maggio, ma Ursula von der Leyen ne ha anticipato nella sostanza l’architettura (senza accennare a cifre concrete) di fronte alla plenaria dell’Europarlamento.
Il nuovo fondo “a breve termine” (Recovery Fund), pensato per i primi anni della ripresa economica (probabilmente 2021-2022), concederà ‘sovvenzioni’ a fondo perduto agli Stati, conferma la presidente della Commissione europea senza però specificare se saranno in misura maggiore rispetto ai prestiti. Come anticipato, l’idea è quella di ancorare il fondo di ripresa al prossimo bilancio pluriennale dell’UE (2021-2027) attraverso un aumento del cosiddetto ‘headroom’, un margine di manovra che fissa l’importo massimo di denaro che la Commissione può prendere in prestito sui mercati attraverso la garanzia degli Stati membri.
Lo strumento, spiega ancora, includerà la possibilità di anticipare una parte dell’investimento già quest’anno, “utilizzando modelli di finanziamento basati su garanzie nazionali”. Tutti i fondi per la ripresa, precisa la presidente, saranno convogliati agli stati membri attraverso i programmi dell’Unione europea e per questo, precisa di fronte agli europarlamentari, “il Parlamento europeo avrà la stessa voce in capitolo su come vengono spesi i fondi di recupero e su come viene speso il bilancio europeo”. La presidente conferma inoltre l’intenzione di inserire nel bilancio un paniere di nuove risorse proprie dell’Unione europea, senza specificare in quale misura.
Come saranno spesi i fondi
Intanto, il Recovery Fund sarà messo a disposizione di tutti gli stati membri, ma si concentrerà in particolare sulle aree dell’Unione che sono state maggiormente colpite dalla crisi. La maggior parte delle risorse sarà investito in un nuovo strumento che sarà creato “per finanziare investimenti pubblici e riforme chiave negli stati membri in linea con le nostre priorità europee”. A queste risorse si aggiungerà inoltre un aumento dei fondi destinati alla coesione all’interno del Bilancio pluriennale.
Una parte dei fondi sarà utilizzata per aiutare gli investimenti privati a rimettersi in moto. “Creeremo, annuncia, un nuovo Fondo strategico d’investimento, che aiuterà a investire in catene di valore chiave cruciali per l’autonomia” dell’UE, ad esempio nel comparto farmaceutico. Dal momento che l’Europa ha bisogno “di aziende sane in cui investire”, la Commissione proporrà anche un “nuovo strumento di solvibilità” per aiutare le esigenze di ricapitalizzazione delle aziende sane che sono state messe a rischio a causa della crisi. Saranno inoltre rafforzati i programmi che sono stati sfruttati di più nel corso della crisi, come RescEU o Horizon Europe.
Questa, secondo von der Leyen, è la risposta di cui l’Europa ha bisogno, che si andrà ad aggiungere agli altri tre pilastri del pacchetto anticrisi approvati dal Consiglio europeo lo scorso 23 aprile, comprendente il programma SURE, contro la disoccupazione; i finanziamenti della Banca europea per gli investimenti; e il ricorso, volontario, al Meccanismo europeo di stabilità (MES) per le spese sanitarie dirette o indirette. Per un pieno recupero ci vorranno anni e il prezzo da pagare per la ripresa economica dell’Unione europea, gravata dal Coronavirus, sarà un aumento del debito. “Se dobbiamo comunque aumentare il debito per sostenere la ripresa, insiste von der Leyen, il minimo che possiamo fare è investire in una economia del futuro, moderna e pulita“.
“Oggi l’Europa ha bisogno di unità e determinazione ed è per questo che la Commissione lavora su un piano ambizioso per l’UE”. L’appello all’unità è sottolineato anche dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che nel suo intervento di apertura ricorda come alla base del progetto europeo ci sia una politica di convergenza e di riduzione delle divergenze tra i paesi membri. Richiama quindi di nuovo all’idea di un Piano De Gasperi, in nome di uno dei padri fondatori italiani dell’Unione europea, per lavorare insieme alla ripresa. “Dalla crisi dovremmo uscire rafforzarti, più integrati e soprattutto più uniti”.