Bruxelles – Il COVID19 in Francia è “la Covid19”, femminile. Lo ha stabilito l’Académie Française, guardiana della purezza della lingua, in particolare contro gli anglicismi, che hanno portato a creare una serie di parole “autoctone” come “ordinateur” al posto di “computer” (anche in italiano avremmo “elaboratore elettronico”, ma oggi suonerebbe un po’ ridicolo).
Il terribile virus declinato nella formula sintetica è dunque femminile, spiegano gli accademici, perché bisogna concentrarsi sulla componente qualificante dell’acronimo che indica “malattia da coronavirus” e dunque su “malattia”, che in francese è femminile e dunque così è anche COVID19. E, in realtà, così forse dovrebbe essere anche in italiano.
In Francia, e in Belgio, e in generale nei Paesi francofoni sino ad oggi la stragrande maggioranza delle citazioni era al maschile. Per essere corretti, si dovrà cambiare genere.
L’Accademia trova poi “piuttosto infelice” l’espressione “distanziamento sociale”, una trascrizione dell’inglese “social distancing”. “Distanziare”, spiega l’Accademia, significa nel suo significato primario “il rifiuto di mescolarsi con altre classi sociali”. “Supponiamo, tuttavia, che questo non sia il significato che vogliamo dare oggi a questo nome”, afferma l’Accademia. “Forse avremmo potuto parlare di ‘rispetto delle distanze di sicurezza’, ‘distanza fisica’ o ‘impostazione delle distanze di sicurezza'”, aggiungono i gendarmi della lingua.