Roma – Le nuove regole sugli aiuti di Stato possono avere effetti distorsivi, è necessario correggerli con il recovery fund. Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva della Commissione, e titolare del portafoglio sulla concorrenza, spiega che è necessario intervenire per evitare il rischio di “una frammentazione nel mercato dell’UE”.
In un’intervista rilasciata ad alcune testate europee, ricorda che “la nuova base legale di emergenza ci permette di autorizzare molti più aiuti di Stato che in situazione di normalità. Ma non possiamo autorizzare aiuti che non siano proporzionali, uno Stato non può sovracompensare”.
Chi ha margini ampi e sta facendo molto “non sta facendo qualcosa di sbagliato – spiega Vestager – però ci sono Stati membri che non hanno lo spazio fiscale per fare lo stesso. Ecco perché stiamo lavorando intensamente al Recovery Instrument collegato al bilancio Ue per avere una ripresa paneuropea più veloce e forte, che ha tra i suoi obiettivi quello di limitare la frammentazione del mercato unico”.
L’intervento di compensazione risulta necessario dopo che è emerso che oltre la metà degli interventi di aiuto autorizzati finora, riguardino la Germania, con la possibilità che le aziende tedesche risultino avvantaggiate al termine della crisi. La Commissaria conferma che “gli effetti ci sono ora ma è difficile prevedere ciò che accadrà dopo quando ci sarà bisogno di ricapitalizzazioni pubblica”.
Un contesto che determina la necessità di “un approccio paneuropeo” per garantire la concorrenza del mercato. Con lo stesso obiettivo nelle deroghe per consentire l’intervento pubblico nel capitale “abbiamo fatto un atto bilanciato: da un lato chi contribuisce deve avere una remunerazione e dall’altra lo Stato deve essere incentivato ad uscire prima possibile per evitare le distorsioni della concorrenza”.
E a proposito delle norme pre covid che invece vietavano gli aiuti, il tribunale dell’UE ha respinto il ricorso di alcune compagnie aeree (Germanwings, Volotea e Easyjet) contro la decisione della Commissione che nel 2016 aveva giudicato illegale il regime di sostegno della Regione Sardegna in favore degli aeroporti di Alghero, Cagliari Elmas e Olbia Costasmeralda. Nel respingere il ricorso, i giudici hanno stabilito che “le società di gestione degli aeroporti sardi non sono i soggetti beneficiari dell’aiuto, ma soltanto gli intermediari”. Fatta salva l’impugnazione, limitata a questioni di diritto, le compagnie dovranno dunque rimborsare alla Regione Sardegna le somme incassate (circa 60 milioni), in virtù di accordi commerciali con le società aeroportuali con l’obiettivo di migliorare il collegamento aereo dell’isola e di garantirne la promozione come destinazione turistica.