Bruxelles – Da una parte l’opportunità di riaffermare il sostegno politico e finanziario dell’Unione europea ai Balcani occidentali. Dall’altra l’occasione per i sei paesi del blocco (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia) di impegnarsi nuovamente nel processo di riforma che Bruxelles chiede ai loro ordinamenti. Il summit di Zagabria tra UE e Balcani occidentali si è svolto diversamente da quanto ci si aspettasse fino a qualche mese fa. E non solo perché si è tenuto in videoconferenza, a causa della pandemia di Coronavirus (il vertice doveva tenersi a Zagabria, in Croazia, per via della presidenza di turno del Consiglio).
Nella dichiarazione sottoscritta al termine del summit, Bruxelles ribadisce nero su bianco il sostegno esplicito alla prospettiva europea dei Balcani occidentali, ma la pandemia si è imposta anche nell’agenda del vertice, facendo passare in secondo piano il tema dell’allargamento, cui neanche si fa cenno nel testo. Per i vertici delle istituzioni europee non c’è stato alcun passo indietro da parte di Bruxelles, nessun cambiamento nell’ottica dei governi europei nel favorire un nuovo allargamento dei confini europei.
Lo scorso 26 marzo, ricorda Charles Michel, i leader europei si sono compattati su una posizione molto forte, dando il via libera all’avvio dei colloqui di adesione con la Macedonia del Nord e l’Albania. Un cambio di passo significativo, considerata la divergenza nelle posizioni dei Ventisette riscontrate fino a qualche mese fa, quando la Francia e un piccolo gruppo di paesi ha bloccato di fatto i colloqui di adesione. Dello stesso avviso anche Ursula von der Leyen, che ha ribadito nel corso della conferenza stampa che la regione balcanica continua a rappresentare una priorità assoluta per la sua Commissione geopolitica. I Balcani occidentali “appartengono all’UE e su questo non c’è dubbio. Credo fortemente che l’UE abbia una responsabilità nell’assistere i partner della regione”.
Resta il fatto che di allargamento e di stabilizzazione della regione non si è discusso oggi nel corso del vertice. Tutto è rimandato a giugno, quando il Consiglio Affari Generali dovrebbe adottare conclusioni sui prossimi passi sui negoziati con Tirana e Skopje.
L’UE rimanda il piano di investimento nella regione
A causa della pandemia, Bruxelles si dice costretta a rimandare anche il vasto programma di sviluppo economico della regione balcanica, che la Commissione europea aveva intenzione di presentare proprio al vertice di Zagabria. L’obiettivo era quello di aiutare i paesi a stimolare crescita e lavoro. Un pacchetto di sostegno che diventa ancora più “atteso” alla luce della crisi finanziaria dettata dal rallentamento economico a causa del virus. Il piano di investimento ci sarà, ma arriverà più tardi, auspicabilmente in autunno, assicura von der Leyen. E ne anticipa anche i punti salienti “sarà focalizzato sulle infrastrutture e sulle connessioni energetiche, ma anche sul Green deal, sulla transizione digitale e sui trasporti”.
Portare avanti le riforme
Riaffermare una prospettiva europea per i Balcani occidentali significa anche pungolare i sei paesi del blocco affinché portino avanti il loro impegno nelle riforme, producendo risultati tangibili. L’emergenza Covid-19 e l’introduzione di misure speciali e straordinarie per contenere la pandemia non può distogliere l’attenzione dalle riforme che Bruxelles gli chiede da anni. “L’aumento dell’assistenza da parte dell’UE sarà legato al conseguimento di progressi tangibili in materia di Stato di diritto e di riforme socioeconomiche, nonché al rispetto, da parte dei partner dei Balcani occidentali, dei valori, delle regole e delle norme dell’UE” si legge nella dichiarazione.
Aderenza ai valori democratici, rispetto dello stato di diritto e lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata sono condizioni imprescindibili, a detta di Bruxelles, per rafforzare la cooperazione regionale e favorire l’allargamento al vicinato. Soprattutto la questione dello stato di diritto, ribadisce von der Leyen, è la conditio sine qua non (la condizione senza la quale un evento non può verificarsi) per progredire nella cooperazione regionale. L’attenzione della presidente della Commissione è rivolta anche all’informazione. “La stampa deve essere libera, è una pietra miliare dell’Unione europea”, senza la quale non è possibile combattere la disinformazione.
Sostegno finanziario contro il Covid-19
La crisi del Coronavirus è globale e come tale richiede una risposta comune e altrettanto globale. Il sostegno finanziario fornito dall’UE alla regione balcanica è stato il primo tema affrontato nel corso del summit. Contro la pandemia, ricorda Michel, Bruxelles ha mobilitato un pacchetto di oltre 3,3 miliardi di euro a favore dei Balcani occidentali. Tale pacchetto comprende un sostegno immediato al settore sanitario, in particolare attraverso la fornitura di beni essenziali per salvare vite umane, e un sostegno significativo per le esigenze di ripresa economica e sociale dei paesi. A questo si aggiungono altre risorse per 750 milioni di euro di assistenza macrofinanziaria e un pacchetto da 1,7 miliardi di euro di aiuti da parte della Banca europea per gli investimenti (BEI).
Per la Croazia, alla presidenza di turno del Consiglio UE, il tema dell’allargamento è particolarmente sentito dal momento che è stato l’ultimo paese ad aggiungersi alla lista degli Stati membri dell’UE nel 2013. Da allora le porte dell’Unione europea si sono temporaneamente sbarrate a nuovi allargamenti. Il summit di Zagabria “insieme all’apertura dei colloqui di adesione con Macedonia del Nord e Albania, sarà l’eredità della presidenza di turno croata“, ha detto il primo ministro croato Andrej Plenkovic.