Bruxelles – La commissione Agricoltura del Parlamento europeo ha deciso di rinviare di due anni la riforma della Politica agricola comune (PAC), ossia al 31 dicembre 2022, e di prorogare i fondi europei attuali, attraverso una serie di norme per garantire una transizione graduale dalle attuali della PAC, che scadono alla fine dell’anno, a quelle future.
Le nuove regole approvate martedì in commissione all’unanimità con 48 voti a favore garantiscono il mantenimento dei pagamenti agli agricoltori e beneficiari dello sviluppo rurale e fornisce prevedibilità e stabilità per il settore.
”Abbiamo mantenuto l’impegno preso nei confronti dei nostri produttori: con il rinvio della riforma e la decisione di prorogare i fondi europei attuali, evitando così tagli inaccettabili sul budget, di rafforzare gli strumenti per far fronte ai rischi aziendali e alle crisi di mercato, come quella generata dall’emergenza del Coronavirus”, ha commentato Paolo De Castro, coordinatore del gruppo S&D in commissione.
La durata del periodo transitorio, che inizia il primo gennaio 2021, dovrebbe essere di default di un anno, affermano i deputati, approvando così, in linea di principio, la proposta della Commissione. Ma hanno insistito sull’introduzione di un meccanismo flessibile per prolungare questo periodo di un altro anno, che sarà attivato automaticamente a meno che il futuro bilancio a lungo termine (QFP) dell’UE e la politica agricola dell’UE siano concordati e approvati entro il 30 ottobre.
‘Grazie al regolamento transitorio – prosegue De Castro – disponiamo di un maggior margine temporale per correggere gli elementi di contrasto già individuati nella proposta di riforma della PAC presentata dalla passata Commissione europea. E in primo luogo il tentativo di ri-nazionalizzazione della PAC lasciando agli Stati membri, come indica la proposta, la decisione di declinare le risorse ai propri agricoltori sottraendo il ruolo essenziale svolto dalle Regioni. Intanto manteniamo gli attuali livelli di finanziamento della PAC, evitando il 4% dei tagli sui pagamenti diretti (sono 144 milioni di euro l’anno) e di oltre il 15% sullo sviluppo rurale (230 milioni l’anno)”.
Il testo approvato ribadisce l’opposizione del Parlamento a qualsiasi taglio di bilancio relativo alla PAC. I deputati insistono sul fatto che il finanziamento della politica agricola dell’UE-27 debba essere mantenuto a livello 2014-2020 in termini reali. Se la legge transitoria entrerà in vigore prima che venga raggiunto l’accordo sul futuro QFP, i massimali nazionali per i pagamenti diretti, lo sviluppo rurale e il sostegno settoriale nel 2021 e potenzialmente nel 2022 dovrebbero essere basati su quelli previsti nel bilancio 2020 dell’UE.
“Questa proroga – dice il presidente di Coldiretti Ettore Prandini – consente di dedicare il tempo necessario ad una riforma della PAC nel senso di una politica economica, di investimenti, di innovazione, che garantisca la sostenibilità a lungo termine delle aziende agricole che in questo momento di crisi necessitano di continuità e flessibilità nella concessione dei sostegni al primo pilastro ed allo sviluppo rurale”. Secondo Prandini “Ora è necessario lavorare sulla proposta di modifica del Quadro Finanziario Pluriennale prevista ad inizio maggio per assicurare un adeguato finanziamento con prospettive di lungo periodo”.