Bruxelles – In Italia a ci sono oltre cinque milioni di persone in situazione di grave deprivazione materiale. Si tratta di persone che non ce la fanno a permettersi almeno quattro delle seguenti spese: pagamento delle bollette entro la scadenza, riscaldamenti, carne o pesce su base regole, auto, elettrodomestici, telefono, televisore, vacanza di una settimana, spese improvvise. Alla fine del 2019 l’8,5% delle popolazione italiana si trovava in questa situazione. Una percentuale piccola solo all’apparenza, perché comprende una popolazione superiore a tutti gli abitanti dell’Irlanda (4,9 milioni, a gennaio 2019).
Alla fine dello scorso anno, secondo le stime Eurostat, 5.130.561 italiani vivevano una situazione di difficoltà economica acuta. Gli stessi dati mostrano come dal 2016 la situazione stesse lentamente migliorando. Quasi 2,5 milioni di persone erano riuscite a scrollarsi di dosso problemi di natura economica. C’era dunque di che essere ottimisti, ma adesso la situazione cambia. Il Coronavirus rischia seriamente di invertire il recupero della popolazione dalla spirale di povertà, per rispenderla verso l’esclusione. La recessione per il 2020 è ormai inevitabile, e si teme la perdita di posti di lavoro. Una situazione che rischia di tornare a pesare sulle famiglie e sul tessuto sociale nazionale.
Nell’Ue, alla fine del 2019 circa 24 milioni di persone risultavano in una situazione di deprivazione materiale. Gli italiani, da soli, sono più di un quinto del totale. “Potere sostenere le spese essenziali per vivere?”, domanda l’istituto di statistica europeo. In Italia sopravvivere è un lusso. Nessuna delle altre principali economie dell’eurozona si trova al di sopra della media europea per fascia di popolazione in difficoltà (5,6%). Un altro segnale delle difficoltà della Penisola e dei ritardi ancora tutti da colmare.