Bruxelles – L’obiettivo è fare in modo che i rubinetti del credito restino aperti. La Commissione europea per questo vara delle comunicazioni per le banche, per suggerire loro come interpretare al meglio le regole comuni al fine di sostenere l’economia reale. Si tratta di attuare regole e disposizioni non in maniera rigida. Al contrario, si chiede massima apertura. Un esempio? “Una banca non deve considerare un creditore come insolvente nel momento in cui chiede garanzie”, spiega Valdis Dombrovskis, nel presentare il pacchetto di misure adottate dal collegio.
Il vicepresidente esecutivo della Commissione europea, responsabile per un’Economia al servizio delle persone, sottolinea che non si introduce alcuna novità. “Presentiamo una comunicazione”, utile a fornire “chiarimenti” per il settore bancario. Del resto serve una risposta immediata, e l’iter legislativo porta via tempo. Un anno, anche due. Ecco perché con questa comunicazione si introducono “aggiustamenti temporanei ed eccezionali, per via della situazione eccezionale” provocata dalla pandemia di Coronavirus.
Così, analogamente, si suggerisce che la valutazione da parte di una banca di un “aumento significativo del rischio di credito” si debba basare sulla durata residua di un prestito e non solo sull’improvviso aumento della probabilità di insolvenza causata dalla pandemia di Coronavirus.
L’assunto di base dunque è di non attuare rigidamente le regole nel mutato contesto, e di guardare al ciclo di vita del prestito. La premessa è che tutti sono in difficoltà. “In questa fase della crisi COVID-19, molti mutuatari affrontano problemi temporanei per far fronte ai propri obblighi”. Ragion per cui, nel valutare le capacità di un debitore di adempiere ai propri obblighi, le “banche dovrebbero tenere conto delle prospettive a lungo termine del debitore”, prestando attenzione alle situazioni in cui è più probabile che i problemi temporanei si trasformino in difficoltà a più lungo termine e alla fine portino all’insolvenza.
Si chiede di venire incontro alle esigenze di famiglie e imprese, perché c’è bisogno di loro per poter ripartire. “Dobbiamo preservare posti di lavoro e salari, perché in questo modo possiamo sostenere la nostra economia”, sostiene Dombrovskis, che annuncia confronti con tutte le parti interessate. “Presto avvierò anche tavole rotonde che riuniranno gruppi di consumatori e di imprese con il settore finanziario in modo da poter affrontare le esigenze più urgenti dei nostri cittadini e delle nostre imprese”.
Infine si chiedono anche rinunce ai banchieri. La Commissione esorta tutte le banche dell’Unione europea ad “astenersi” dal fare distribuzioni di dividendi e dall’acquisizione di riacquisti di azioni finalizzati alla remunerazione degli azionisti durante il periodo della crisi COVID-19. Così facendo il settore bancario “invierebbe un segnale forte che è collettivamente impegnato a fare la sua parte per far fronte all’emergenza”.