Bruxelles – Ci aspettano tempi bui qui nell’Unione europea. Non si faranno passi avanti nel senso della solidarietà ed anzi, le tensioni nazionalistiche e populiste fioriranno. Saranno i frutti della crisi economica generata dalla pandemia da Coronavirus, secondo l’analisi che ne è uscita questa sera da un dibattito on line organizzato da Carnegie Europe.
“Le tensioni tra Nord e Sud Europa aumenteranno nei prossimi anni, a causa delle diverse situazioni economiche nelle quali si troveranno i Paesi membri. Ci sarà meno solidarietà, ognuno penserà a se stesso”, ha sostenuto Stefan Lehne, ex diplomatico austriaco e alto funzionario del Consiglio europeo.
Concorda con lui Pierre Vimont, ex diplomatico francese e segretario generale del Servizio per l’Azione sterna dell’Unione, secondo il quale “la situazione ha iniziato a cambiare quando si è deciso di sospendere le regole sugli aiuti di Stato: da una crisi sanitaria simmetrica si è aperto ad una crisi economica che non sarà simmetrica, nella quale alcuni governo possono investire più di altri e quindi essere più efficaci nella ripresa”.
“Il populismo tornerà forte, senza dubbio, perché ci sarà rabbia e frustrazione tra le persone a causa della crisi economica“, ha sostenuto Lehne, il quale ha poi con preoccupazione ricordato le prossime elezioni presidenziali in Polonia con un sistema di voto esclusivamente postale che lascia ampi dubbi sulla sua trasparenza “o le misure prese da Viktor Orban in Ungheria. Il problema e che a Bruxelles non si sta prestando molta attenzione a queste cose in questo momento”.
Secondo Vimont le difficoltà si manifesteranno presto, “quando si dovranno stabilire le priorità per il Recovery Fund e le condizionalità ad esso legate. Sarà una questione molto politica” e molto difficile da risolvere, “si dovrebbe considerare la solidarietà – auspica Vimont -, che è il fulcro del problema ed è tra i principi che sono alla base dell’Unione”.