Bruxelles – “Adesso non è il momento, perché c’è l’emergenza”, ma una volta superata occorrerà riflettere su come cambiare le regole comuni di politica di bilancio. Paolo Gentiloni non ha dubbi. “Nei prossimi mesi si porrà la questione” della modifica delle regole, della “modifica del Patto di stabilità e crescita”. Il commissario europeo per l’Economia non si nasconde né lo nasconde ai membri della commissione Affari economici del Parlamento europeo. Nel corso dell’audizione tenuta assieme al vicepresidente esecutivo Valdis Dombrovskis, anticipa il dibattito politiche che verrà.
Il Patto di stabilità e crescita e le sue regole sono stati sospesi in ragione delle ripercussioni della pandemia di Coronavirus. “La clausola di fuga viene attivata in situazioni di grave recessione economica che affligge l’Europa nella sua interezza, e questo è chiaramente il caso”, ricorda Gentiloni. Le stime offerte nel corso dell’audizione, del resto, non lasciano adito a dubbi: il prodotto interno lordo (PIL) dell’UE dovrebbe ridursi tra il 5% e il 10%. “Una recessione per il 2020 è ormai inevitabile” , e per questo motivo adesso è meglio concentrarsi sulla crisi. “Mi aspetto però che la questione della revisione del patto di stabilità sia oggetto di discussione nei prossimi mesi”.
Le regole di bilancio contenute nel Patto prevedono tutta una serie di parametri e condizioni, le più note delle quali sono la quantità di deficit e debito pubblico in relazione al PIL nazionale che, da regole, non possono eccedere rispettivamente il 3% e il 60% di questo prodotto. Con tutti i governi chiamati all’intervento pubblico per mettere in sicurezza i rispettivi tessuti economico-produttivi nazionali, è facile immaginare che ci sarà la maggior parte dei Paesi dell’UE con una situazione di bilancio ‘fuorilegge’, e dunque un intervento sul sistema comune di regole si renderà necessario per gestire la situazione di squilibri eccessivi che inevitabilmente si registreranno in tutta Europa.
Un primo richiamo in tal senso potrebbe arrivare con le previsioni economiche di primavera, che il collegio dei commissari approverà il 6 maggio e presenterà il giorno successivo. Lì si metterà per iscritto che una recessione per quest’anno è inevitabile, e che le prospettive resteranno comunque ammantate di incertezza per via del protrarsi di una situazione ancora tutta da risolvere in maniera definitiva.
Oltre alle spese immediate, seguiranno poi quelle che si renderanno necessarie per riprendere quanti saranno lasciati per strada. “Questa crisi – prosegue Gentiloni – è senza precedenti per potenziale dirompente: le conseguenze sociali saranno enormi, con molti posti di lavoro non garantiti che saranno persi, soprattutto nel settore dei servizi. E si avrà più povertà”. Quindi bisognerà continuare a intervenire, ma per farlo serviranno altri vincoli, diversi da quelli previsti dalle attuali regole sospese.