Bruxelles – Alla legge sullo stato di emergenza approvata in Ungheria “mancano chiari limiti temporali”. Da qui nascono le preoccupazioni della Commissione europea, che continua a monitorarne l’applicazione per valutare l’eventuale attivazione di una procedura di infrazione nei confronti del governo di Budapest.
Didier Reynders torna a parlare dei timori dell’Esecutivo comunitario per la richiesta di ‘pieni poteri’ da parte del primo ministro ungherese Viktor Orbán. Lo fa di fronte alla commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni dell’Europarlamento a cui sottolinea l’importanza dello stato di diritto e della tenuta democratica dei governi UE, più che mai durante la battaglia contro il Covid-19. Non sembra, però, che ci siano per il momento le premesse per intervenire in concreto attraverso gli strumenti a disposizione della Commissione europea per rimettere in riga chi esce dai confini della democrazia. “È fondamentale, ricorda il commissario europeo alla Giustizia, uscire dalla crisi preservando i valori democratici su cui l’UE si fonda”.
Da palazzo Berlaymont si continuano a monitorare con attenzione le misure di emergenza disposte, in forme più o meno stringenti, da molti stati membri per combattere la pandemia. “Rimangono i timori” sulla situazione in Ungheria e al fine di ristabilire integrità allo stato di diritto “siamo anche favorevoli a introdurre una condizionalità per il Bilancio pluriennale europeo (2021-2027)”. In sostanza, si valuta la possibilità di vincolare l’accesso ai fondi europei previsti dal budget di lungo termine dell’UE al rispetto dello stato di diritto. “Abbiamo già agito una volta nei confronti dell’Ungheria” rivendica il commissario “con l’applicazione dell’articolo 7 del Trattato di Lisbona (la cosiddetta opzione nucleare, che prevede una sospensione temporanea del diritto di voto)”.
Preoccupazioni della Commissione europea anche per quanto riguarda il rispetto dello stato di diritto in Polonia, dove il 10 maggio si svolgeranno le elezioni presidenziali nonostante le restrizioni imposte dal governo per arginare i contagi. “La Commissione europea continua a seguire con preoccupazione la situazione dello stato di diritto in Polonia” sottolinea Reynders. Soprattutto in questi tempi difficili a causa della pandemia “è fondamentale salvaguardare un sistema giudiziario indipendente ed efficiente” dice in riferimento alla riforma del sistema giudiziario del 2015 che ha aumentato l’influenza dell’esecutivo sulla magistratura. Quanto alle elezioni di maggio, Reynders ricorda che decidere di convocare le urne rimane una prerogativa esclusivamente nazionale ma sottolinea anche che “dovranno soddisfare diversi standard internazionali”. Per cominciare dovranno essere “libere ed eque”.
Di fronte alla commissione dell’Eurocamera, Reynders conferma l’intenzione della Commissione europea di presentare a settembre una Relazione annuale sullo stato di diritto in Europa. “Sarà il primo di una serie di riflessioni circa lo stato di diritto” conclude il commissario.