Bruxelles – Un bilancio potenziato, uno strumento nuovo, e una strategia basata non solo su prestiti ma pure garanzie. L’Unione europea approva una risposta alla crisi economica da Coronavirus con misure che non hanno precedenti. Servirà ancora del tempo per avere tutti i meccanismi finanziari pronti per l’uso, ma si definiscono criteri e tempistiche, riuscendo a mettere, sin qui, tutti quanti d’accordo. Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, si dichiara “entusiasta” per l’esito della videoconferenza, la quarta in sette settimane, a cui ne farà inevitabilmente seguito una quinta a maggio, per analizzare le proposte della Commissione europea in tema di bilancio e fondo per il recupero.
Proprio su questi due temi, interconnessi, l’esecutivo comunitario inizierà a lavorare per dare risposte all’Europa. La prossima settimana la Commissione UE intende presentare una bozza di bilancio pluriennale (MFF 2012-2027). Non ci sono cifre, ma la presidente Ursula von der Leyen fa sapere che “data la situazione riteniamo che un contributo alle risorse proprie attorno al 2% del Reddito nazionale lordo, rispetto all’attuale 1,2%, sia richiesto per due-tre anni”. E’ una proposta innovativa. Un bilancio di sette anni differenziato nella sua potenza di fuoco: più risorse nella prima parte, per minori contributi successivamente.
Al bilancio deve essere legato il fondo per la ripresa. Questo maggiore contributo nei primi due-tre anni probabilmente intende finanziarlo, lo chiarirà meglio la Commissione nei prossimi giorni. Ma von der Leyen assicura che ci sarà “un mix” tra prestiti e fondo perduto, come richiesto da alcuni Paesi membri tra cui l’Italia. E ancora: i negoziati per il bilancio pluriennale richiederanno tempo, si rischia di non avere il fondo per la ripresa operativo prima del 2021. “Esploreremo la possibilità di soluzioni ponte” per finanziare economia reale fino a che il fondo non sarà pronto, assicura la presidente dell’esecutivo comunitario.
Bilancio più corposo, un nuovo programma per la ripresa, misure ponte, garanzie. L’Europa risponde con la politica della solidarietà. Non ci sono i Coronabond né la mutualizzazione del debito, impossibili da far accettare ai Paesi del nord, ma la soluzione finale soddisfa quanti chiedevano un approccio comune. L’Italia ottiene praticamente tutto quello che aveva chiesto in alternativa ai Coronabond, e non solo lei. Un successo, in sostanza. “C’è il senso di urgenza avvertito da tutti”, assicura Michel, e questo ha influito, anche se ancora, come spiega Angela Merkel “ci sono divergenze” su come finanziare i fondi aggiuntivi.
Intanto i leader conferiscono all’Eurogruppo il compito di rendere operativo entro l’1 giugno le altre tre misure oggetto di accordo già raggiunto a livello di ministri, vale a dire il meccanismo di sostegno all’occupazione (SURE, per i lavoratori), il fondo da otto miliardi della Banca europea per gli investimenti (per le imprese, almeno 100mila tra grandi, piccole e medie), e il il fondo salva-Stati ESM a condizioni agevolate (per i governi che ne vorranno fare richiesta). Il presidente dell’Eurogruppo è pronto a convocare i ministri “entro le prossime due settimane”.