Roma – Guardia sempre alta, rafforzamento della prevenzione e riaperture con la massima cautela. In Europa, portare a casa il risultato e scongiurare divisioni. Giuseppe Conte illustra in Parlamento la linea per la fase due dell’emergenza da accompagnare a nuove misure economiche per complessivi 75 miliardi di euro e all’adozione degli strumenti digitali allo studio per monitorare la pandemia da Covid-2019. Cautela per “riattivare il motore del Paese in maniera ordinata”, un allentamento delle misure graduale segnato da “mascherine e distanziamento sociale finché non ci sarà il vaccino”. Una fase di testing dopo l’emergenza, con l’ausilio delle applicazioni su smartphone che tanto stanno facendo discutere. Un tracciamento “necessario per evitare la diffusione del virus ma il suo utilizzo sarà volontario e non ci saranno limitazioni per chi non la scarica” ha rassicurato il premier.
L’informativa del governo, prima in Senato e poi alla Camera, in previsione del Consiglio europeo del 23 aprile, contiene la traccia da seguire per ottenere “una risposta adeguata da parte dell’UE, anche se non sarà un incontro risolutivo”. Conte conferma l’intenzione di evitare un accordo al ribasso: “o vinceremo tutti o perderemo tutti, serve un indirizzo politico chiaro nell’unica direzione ragionevole”.
Abbandonata la strategia in solitaria, ricorda che al centro del confronto c’è il pacchetto suggerito dall’Eurogruppo che prevede il piano della Banca degli investimenti, lo schema Sure per la disoccupazione e la nuova linea di credito del Mes, “anche se all’Italia serve altro”. Questo si chiama European recovery fund, “necessario per affrontare la ricostruzione e basato su uno strumento di debito comune. Su questo ci confronteremo per una risposta coordinata e ambiziosa”. A riguardo ricorda le proposte che a vario modo comprendono tale intervento, dalla proposta francese all’iniziativa annunciata dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, fino all’ultimo piano avanzato dal governo spagnolo, soluzioni “che l’Italia è disposta ad appoggiare”.
Uno strumento “conforme ai trattati europei che non abbiamo il tempo di modificare, particolarmente consistente, ben più di ciò che è stato messo a disposizione, subito disponibile e con meccanismi che ne rendano una rapida applicazione”. Nella sostanza Conte non si lega più mani e piedi più ai Corona bond che ha capito non passerebbero la frontiera, e così “dobbiamo portare a casa il risultato, condividere le proposte sul tavolo senza rischiare di dividerci e agire presto e riparare in fretta la casa comune”.
L’informativa di Conte non prevede un voto e questo ha causato duri attacchi dall’opposizione che accusa il governo di mancato confronto e di agire senza un vero mandato. Una risoluzione parlamentare avrebbe probabilmente diviso parte della maggioranza sul Mes che resta ancora in convitato di pietra nel rapporto con le istituzioni europee. Il premier italiano conferma però la linea attendista. “Se veramente non ci saranno condizionalità che restano inaccettabili, bisognerà valutare con attenzione i documenti che regolano questa nuova linea di credito. In ogni caso ne discuteremo in Parlamento che avrà in ogni caso l’ultima parola”. Opporsi però allo strumento “sarebbe però fare un torto a Paesi come la Spagna che invece vorrebbero utilizzarlo”.