Bruxelles – Bisogna fare in fretta. Finora la risposta dell’Europa alla crisi da Coronavirus è stata rapida, ma non va perso tempo e correre ancora di più se si vuole davvero limitare i danni e consentire una ripresa degna di questo nome. E’ il messaggio portato dal presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno, al Parlamento europeo, in occasione della video-audizione in commissione Affari economici. “Abbiamo bisogno di soldi freschi, di risorse da usare rapidamente”. Un messaggio per i leader che giovedì (23 aprile) si riuniranno per decidere del fondo per la ripresa, sul quale gravano ancora due incognite: l’ammontare e il legame con il bilancio comunitario.
“Non credo che rimescolare gli stessi soldi aiuterebbe, né aspettare la fine del negoziato sul bilancio pluriennale” (MFF 2021-2027), continua Centeno, che ha qualcosa da dire non solo agli europarlamentari. “Questa volta il piano Marshall dovrà essere finanziato dall’Europa, e governato con solidarietà”. Un programma chiaro, inevitabile, per scongiurare il peggio.
Il presidente dell’Eurogruppo ricorda che le stime del Fondo monetario internazionale (FMI) sono già impietose. A fine 2020 l’economia mondiale registrerà un rallentamento del 3%, mentre il Prodotto interno lordo della sola Eurozona è previsto in calo del 7,5%. Ecco perché occorre lasciare da parte antichi credo, scetticismi e politiche del ‘no’ (o sarebbe meglio dire del ‘nein’ e ‘nee’, visti i veti tedeschi e olandesi).
Da una parte c’è da prendere in seria considerazione il fondo salva-Stati ESM. “Con una capacità di 240 miliardi di euro è uno strumento di difesa importante”, evidenzia Centeno, che insiste sul fatto che il Meccanismo europeo di stabilità “non prevede condizioni, non porta con sé alcuno stigma né la Troika”. Parla a chi come, come in Italia, non vede di buon occhio lo strumento Dall’altra parte esorta ad “abbandonare la strada battuta delle vecchie linee rosse e concentrarci su tutto ciò che funziona per risolvere il problema”. In altri termini, “il fatto che alcuni Stati membri siano contro la mutualizzazione del debito non significa che non ci sia bisogno di strumenti straordinari”. Questo il tempo per “ambizione e apertura mentale”. E qui si rivolge a chi si è opposto e ancora si oppone all’idea di Coronabond.
Difende SURE, lo schema temporaneo di sostegno all’occupazione messo a punto dalla Commissione europea e approvato dall’Eurogruppo. “Tutelare salari e posti di lavoro è la nostra priorità. Per avere ripresa occorre mantenere le persone nel mercato del lavoro”. E difende anche l’operato dell’Europa, in tutti i suoi formati e livelli. “Abbiamo preso decisioni in due settimane, quando per l’ultima crisi ci sono voluti due anni”.