Bruxelles – Per uscire dalla crisi innescata dal Coronavirus servono sforzi economici senza precedenti. Valdis Dombrovskis non ci gira troppo attorno. Davanti agli europarlamentari della commissione Sviluppo delle regioni riuniti in videoconferenza, il vicepresidente esecutivo della Commissione europea sottolinea che a situazione eccezionale non si può rispondere con azioni ordinarie. “Riteniamo che il prossimo bilancio pluriennale (MFF 2021-2027) debba eccedere l’attuale ammontare”, dice. Un riferimento al ciclo settennale 2014-2020, per cui gli Stati membri dell’UE hanno destinato 959,5 miliardi di euro, oltrettuto in impegni, vale a dire le promesse, con liquidità effettiva ferma a quota 908,4 miliardi. Risorse di questi ordini di grandezza sono insufficienti, e occorre metterne di più.
La Commissione europea presenterà la nuova proposta di budget settennale “la prossima settimana”, dice Dombrovkis, anticipando che “la politica di coesione verrà rafforzata, e non indebolita”. Cifre non ve ne sono. La Commissione von der Leyen aveva raccolto la proposta di bilancio UE lasciata in eredità dall’esecutivo comunitario precedente, quello di Jean-Claude Juncker. Un’idea di budget da 1.073 miliardi di euro in sette anni respinta dagli Stati. E’ chiaro che serviranno almeno 1.000 miliardi, se non di più. Ma il “di più” dovrà arrivare da strumenti finanziario extra.
Gli Stati membri stanno ragionando a un fondo per la ripresa. Per Dombrovskis “ogni strumento dovrà essere complementare al bilancio”, vale a dire in più. Mille miliardi di bilancio più il resto. Non c’è soluzione. “Non abbiamo bisogno di un bilancio tradizionale, perché con un bilancio tradizionale i soldi non fluirebbero nell’economia reale”. Più chiaro Dombrovskis non poteva essere. Non si può che mettere mano ai portafogli nazionali, specie se si vuole affossare l’idea di Coronabond. “L’idea di base è rafforzare la capacità di bilancio”. Che allora dovrà essere per forza di cose sostanzioso.