Bruxelles – Mes o non Mes, bond o non bond. Come i governi dell’UE sono divisi su come impostare la ripresa economica post-pandemia, anche la maggior parte dei deputati al Parlamento europeo sostiene un massiccio sforzo da parte dell’Unione europea per sostenere la rinascita economica dell’UE dopo il Covid-19, ma si scontra sulle modalità con cui metterla in pratica.
Ieri la maggioranza degli eurodeputati riuniti in plenaria ha votato contro una mutualizzazione del debito, respingendo (326 voti contrari, 282 sì e 74 astensioni) un emendamento proposto dal gruppo dei Verdi alla risoluzione sull’azione coordinata dell’UE per combattere la pandemia Covid-19, che sarà votata oggi in versione finale. Sul fronte italiano, tra i contrari all’emissione di euro o coronabond, si pongono le delegazioni di Lega e Forza Italia, che con i loro deputati ne hanno determinato la bocciatura, se avessero votato a favore sarebbe passato. Favorevoli invece Partito democratico, M5S e Fratelli d’Italia con astensione di Italia Viva di Matteo Renzi.
Il Parlamento, diceva l’emendamento presentato dal presidente dei verdi, il belga Philippe Lamberts “ritiene essenziale, al fine di preservare la coesione dell’Unione Europea e l’integrità della sua unione monetaria, che una quota sostanziale del debito che sarà emesso per contrastare le conseguenze della crisi della COVID-19 sia mutualizzata a livello dell’UE”.
Da Bruxelles il vice-presidente di Forza Italia, Antonio Tajani, ha spiegato la posizione del suo partito: “Gli eurobond sono purtroppo irrealizzabili ed è per questo che Forza Italia ha deciso di puntare sui recovery bond”. Per l’ex presidente del Parlamento europeo, i ‘recovery bond’, che vengono menzionati all’interno della risoluzione al paragrafo 17 “sono gli unici che si potranno ottenere” tra i leader, nel quadro del Consiglio europeo in videoconferenza del 23 aprile. In sostanza, la differenza tra i due strumenti è che gli ‘euro bond’ sarebbero garantiti dagli Stati membri mentre i ‘recovery bond’, secondo quanto specificato nel testo della risoluzione, sarebbero garantiti attraverso il Bilancio europeo pluriennale (che viene comunque finanziato dagli Stati membri). “Se gli euro bond devono essere garantiti dagli Stati non passeranno mai” sostiene Tajani, mentre “se sono garantiti dal bilancio comunitario potrebbero invece passare”.
La risoluzione che sarà votata oggi non ha alcun valore legislativo, ma un forte connotato politico. Servirà a mettere pressione alla Commissione e ai leader dei governi UE in vista del vertice del 23 aprile. “Sono molto contenta che il Parlamento europeo abbia voluto esprimere una posizione forte prima del vertice” sostiene la presidente della commissione Problemi economici e monetari Irene Tinagli. Eurodeputata dem, Tinagli fa sapere che il gruppo dell’Alleanza progressista dei socialisti e democratici (S&D), di cui fa parte all’Europarlamento, ha mantenuto una posizione compatta sugli eurobond. “Noi chiediamo gli eurobond e maggiore solidarietà” dice in conferenza stampa. Da presidente della commissione Problemi economici e monetari, Tinagli ha precisato anche che l’emendamento presentato dai Verdi non avrebbe introdotto la mutualizzazione del debito pregresso ma solo di una parte sostanziale del debito, nato dall’emergenza sanitaria. “Credevo fosse una battaglia su cui tutta l’Italia era compatta”, ha concluso. Sulla stessa linea anche Brando Benifei, capodelegazione del PD all’Eurocamera, secondo cui “la Lega fa la voce grossa in Italia, ma in Europa lavora contro gli interessi del nostro Paese”.
I più critici sulla posizione del Carroccio di Matteo Salvini sono però i suoi ex alleati di governo, gli eurodeputati del Movimento 5 Stelle. Per il vicepresidente del Parlamento UE, Fabio Massimo Castaldo, il voto contrario di ieri è “l’ennesimo tradimento ai danni dell’Italia da parte della Lega Nord e Forza Italia” dal momento che “se avessero votato a favore, l’emendamento sarebbe stato approvato!”. Gli eurodeputati pentastellati si sono scagliati contro Lega e Forza Italia per via dei coronabond, ma hanno anche scelto di votare contro il paragrafo 17 della risoluzione che si appella alla Commissione europea per introdurre “un pacchetto massiccio per la ripresa e la ricostruzione di investimenti per sostenere l’economia europea dopo la crisi, al di là di ciò che il Mes, la Bei e la Bce stanno già facendo”.
Nel paragrafo (poi approvato anche senza il voto dei 5 stelle) si fa esplicito richiamo a delle obbligazioni a sostegno della ripresa, (‘recovery bond’, in inglese) garantiti dal Bilancio europeo. Il paragrafo 17 della risoluzione, ha motivato l’eurodeputato Ignazio Corrao, “si presta a cattive interpretazioni”. Per questo la decisione di andargli contro. “C’è, infatti, un rafforzamento del QFP che potrebbe portare a maggiori sacrifici dell’Italia che, ricordo, è già contributore netto delle casse del bilancio europeo da molti anni” scrive in una nota.
Intanto la Lega a Bruxelles denuncia una “vergognosa strumentalizzazione dal M5s che, per distogliere l’attenzione dalle disastrose scelte del governo Conte in Italia e in Europa, se la prende con la Lega”. In una nota spiegano di essere sempre stati contrari all’emissione di Coronabond, perché “corrisponderebbe alla totale cessione di sovranità all’Ue”.
Sul Mes la maggioranza si spacca
Sono bastate poche ore per scatenare a Bruxelles e in Italia una ricca polemica tra forze di maggioranza e forze di opposizione, ma anche all’interno della stessa area di governo, dove Pd e M5S si sono trovati divisi sul Mes. Sul ricorso al Meccanismo europeo di stabilità, il Partito democratico e il Movimento 5 stelle hanno votato divisi ieri, i dem dell’Europarlamento hanno votato a favore del paragrafo 23 della risoluzione che invita esplicitamente i paesi dell’Eurozona ad attivare “i 410 miliardi di euro del Mes con una linea di credito specifica”, mentre i pentastellati si sono espressi contro insieme a Lega e Fratelli d’Italia. A favore del ricorso al Mes anche Italia Viva e Forza Italia.
Intanto, la delegazione M5S all’Europarlamento ha già annunciato l’intenzione di astenersi questo pomeriggio dal voto finale sulla risoluzione in quanto “presenta tante luci ma anche troppe ombre. Ci saremmo aspettati un chiaro e forte riferimento ai Coronabond grazie ai quali l’Ue potrebbe finanziare la ripartenza economica una volta superata l’emergenza, ma per colpa dell’irresponsabilità di Lega e Fi l’emendamento che li inseriva nel testo è stato rigettato”, si legge in una nota. “Registriamo l’impegno a trovare strumenti nuovi per superare la crisi e ribadiamo la nostra contrarietà al Mes”.