Bruxelles – Sarà un mondo nuovo quello del post-Covid-19, diverso da quello che avevamo immaginato. “È arrivato il momento in cui dobbiamo saper scartare i vecchi fardelli, essere pronti per il nuovo mondo che sta arrivando, che sarà così diverso da quello che abbiamo immaginato”. Nel suo intervento alla plenaria del Parlamento europeo Ursula von der Leyen cita un passo del Manifesto di Ventotene e alcune riflessioni di Ernesto Rossi e Altiero Spinelli, per ricordare che è giunto il momento di “lasciare alle spalle le divisioni, le dispute e le recriminazioni e pensare a come ripartire dopo la crisi”.
Occorre essere pronti per un nuovo mondo e pensare a come rendere la società e lo stile di vita europei più “sostenibili e più resistenti” per sostenere le crisi. Per farlo serviranno coraggio, fiducia e solidarietà ma anche massicci investimenti per fare ripartire le economie europee. Di fronte ad una crisi di tale entità “abbiamo bisogno di misure senza precedenti”. Secondo la presidente della Commissione europea, per uscire dalla crisi all’Europa servirà un vero e proprio Piano Marshall, che dovrà essere costituto in buona parte dal bilancio dell’UE, per fare leva sugli investimenti necessari a sostenere la ripresa del mercato unico. “Quello sarà il faro, la guida del nostro rilancio e risanamento. Useremo la forza del bilancio UE per liberare investimenti pubblici e privati massicci”.
Citando Spinelli, insiste sul fatto che il prossimo bilancio pluriennale dovrà essere diverso da quello che avevamo immaginato e in questo modo potrà diventare la guida della ripresa europea. Dello stesso avviso anche il presidente del Consiglio UE, Charles Michel, che nel suo intervento tenuto immediatamente prima di von der Leyen ricorda la necessità di far leva sul Bilancio europeo e rimette la palla nelle mani dei leader dei Ventisette – profondamente divisi sul tema – che nel prossimo Consiglio europeo in videoconferenza del 23 aprile “dovranno discutere strategicamente sul MFF” e auspicabilmente giungere ad una decisione rapida sui fondi per i prossimi sette anni (2021-2027).
“La crisi sanitaria è simmetrica ma la ripartenza dal punto di vista economico non lo sarà, perché lo shock economico di alcune regioni sarà maggiore di quello di altre” aggiunge von der Leyen. Il riferimento sembra essere nei confronti del presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte, che più volte ha motivato la sua contrarietà a ricorrere al Meccanismo europeo di stabilità (Mes) per sostenere la crisi in quanto strumento “inadeguato e anche insufficiente per reagire a questa sfida” perché “pensato per shock asimmetrici e per reagire a tensioni finanziarie riguardanti singoli paesi”. Ora, invece, occorre una risposta forte, unitaria, tempestiva e su questo conviene anche la presidente della Commissione, per la quale “coesione e convergenza saranno elementi fondamentali” per dare una risposta adeguata alla crisi.
All’Italia si rivolge prendendo atto, ancora una volta, della mancata solidarietà iniziale da parte di molti stati membri che hanno sottovalutato l’entità della crisi. “E’ vero che molti paesi non hanno risposto quando l’Italia ha avuto bisogno di aiuto all’inizio di questa pandemia. Ed è vero, che l’Unione europea ora deve presentare delle scuse sentite all’Italia, e lo fa. Ma le scuse – aggiunge – valgono solo se si cambia comportamento e c’è voluto molto tempo perché tutti capissero che dobbiamo proteggerci a vicenda”.
Ai due presidenti di Commissione e Consiglio UE presenti in Aula si rivolge il presidente del Parlamento europeo David Sassoli aprendo i lavori della plenaria di oggi e domani. All’Europa serve “un’uscita dall’emergenza ordinata e coordinata per evitare effetti di ritorno che potrebbero essere devastanti”, ha aggiunto. Atteso oggi il voto su una risoluzione congiunta da quattro gruppi parlamentari (Renew, Verdi, PPE, S&D) su un’azione coordinata dell’Unione europea per combattere la pandemia di Coronavirus.