Bruxelles – Toccherà decidere ai capi di Stato e di governo. L’Ecofin di oggi non si prende responsabilità e lascia le decisioni più impegnative al 23 aprile, quando si riunirà il prossimo Consiglio europeo.
La riunione dei ministri delle Finanze dell’UE conferma umori e posizioni attorno al tavolo e Coronabond, fondo per la ricostruzione, Meccanismo europeo di stabilità (Mes) passano direttamente all’attenzione dei capi di Stato e di governo. Oggi ci si è concentrati su banche e assicurazioni. Alle prime si chiedono impegni di spesa, alle seconde di mettersi al riparo. “E’ fondamentale che le banche continuino a finanziare famiglie e imprese, comprese le PMI che incontrano difficoltà temporanee a causa della pandemia di COVID-19”, recita la dichiarazione congiunta di fine sessione. Si invita in particolare a “sfruttare appieno la flessibilità prevista dal quadro prudenziale e contabile”. Le compagnie di assicurazioni vengono esortate a “dare seguito alle dichiarazioni dell’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni di adottare misure tempestive e globali per preservare la loro posizione patrimoniale”. Poi lo stop, pur se sempre “pronti a intraprendere ulteriori azioni, comprese le misure legislative, se del caso, per mitigare l’impatto di COVID-19”.
Da oggi al 23 aprile ci attendono nuove proposte sulle misure che più alimentano il confronto tra i governi. Prima fra tutte il Mes, il fondo salva-Stati utilizzato come strumento finanziario di risposta alla nuova crisi. L’Eurogruppo ha stabilito che ogni Paese richiedente potrà avere fino al 2% del proprio Pil per spese dirette e indirette. Ma sulla nozione di “spese indirette” ancora non c’è un accordo. La Francia vorrebbe che tutti i costi del confinamento siano annoverati tra le spese indirette, in quanto propedeutici alla prevenzione. Chiudere tutto è stata una misura necessaria per fermare la diffusione del virus, e quindi bisognerà intervenire. Una proposta che non dispiace all’Italia, ma che non convince i Paesi Bassi.
Il Mes è comunque elemento di nuove frizioni tra Paesi, chiamati anche a decidere come finanziare il fondo per la ricostruzione. Dentro o fuori il prossimo bilancio pluriennale dell’UE? Anche qui la decisione è rimessa ai leader, ma una decisione appare lontana. Sul budget comune ci sono ancora le riserve di quanti tendono a risparmiare. I Paesi Bassi sono consapevoli che la Commissione europea, date le circostanze, chiederà contributi nazionali superiori all’1,1% del Reddito nazionale lordo. “Staremo a vedere…”, confidano a mezza bocca scettiche fonti diplomatiche, facendo anche intendere che per il bilancio UE non è ancora giunto il momento delle scelte.