Bruxelles – Alla fine ha avuto ragione Mario Centeno. Il presidente dell’Eurogruppo aveva detto che i ministri economici dei Paesi UE con la moneta unica erano vicini a un accordo, e questo è arrivato. L’Europa trova una risposta alla crisi economica prodotta dalla pandemia di Coronavirus. La videoconferenza dell’Eurogruppo, la seconda nel giro di quarantotto ore, ha prodotto un accordo. Si va avanti con il Meccanismo europeo di stabilità (ESM), Banca europea per gli investimenti (BEI) e strumento di sostegno all’occupazione (SURE).
Fondo salva-Stati ESM volontario, con condizionalità
E’ soprattutto sul fondo salva-Stati ESM che si riesce a superare le divisioni. In base all’intesa il ricorso allo strumento sarà volontaria. Ne usufruirà solo chi ne farà esplicita richiesta. Ad ogni Stato verrà fornita una linea di credito pari fino al 2% del valore del proprio Prodotto interno lordo (PIL) alla fine del 2019. L’unico requisito per accedere alla linea di credito sarà che gli Stati membri dell’area dell’euro che richiedono assistenza si impegnino a utilizzare questa linea di credito per sostenere il finanziamento interno dell’assistenza sanitaria diretta e indiretta, i costi relativi alla cura e alla prevenzione dovuti alla crisi COVID-19. Successivamente, gli Stati membri dell’area dell’euro rimarranno impegnati a rafforzare i fondamenti economici e finanziari, “coerentemente con i quadri di coordinamento e sorveglianza economica e fiscale dell’UE, compresa l’eventuale flessibilità applicata dalle competenti istituzioni dell’UE”.
Questa misura sarà ora sottoposta ai leader UE per l’approvazione finale. “Con un mandato dei leader, ci impegneremo a rendere questo strumento disponibile entro due settimane, nel rispetto delle procedure nazionali e dei requisiti costituzionali”, scrivono i diciannove ministri economici dell’Eurogruppo nel documento conclusivo.
Fondo pan-europeo a sostegno delle imprese
Confermato l’accordo per la creazione, in seno alla Banca europea per gli investimenti, di un fondo di garanzia paneuropeo di 25 miliardi di euro, capace di sostenere finanziamenti per 200 miliardi di euro a favore delle imprese in tutto il territorio dell’UE, con particolare attenzione alle imprese piccole e medie (PMI). Un sostegno che potrà avvenire “anche attraverso le banche promozionali nazionali”. Adesso la BEI dovrà rendere operativa la proposta “il prima possibile”. Una volta a punto, l’Eurogruppo si impegna a “metterla in atto senza indugio”.
Strumento finanziario speciale
L’Eurogruppo riconosce che “è necessario” uno strumento appositamente dedicato per rispondere alle sfide poste dal COVID-19 così da permettere “il finanziamento degli aiuti d’emergenza, attraverso la concessione di sovvenzioni, per rafforzare innanzitutto i nostri sistemi sanitari”. Via libera dunque alla proposta della Commissione europea di riattivare lo Strumento di sostegno all’emergenza. Si tratta di un fondo ‘ad hoc’ capace di fornire un sostegno di 2,7 miliardi di euro dalle risorse del bilancio dell’UE. La sua potenza di fuoco può essere rafforzata rapidamente, attraverso ulteriori contributi volontari degli Stati membri. I governi dovranno ora “esplorare modi per rafforzare ulteriormente lo strumento di sostegno di emergenza nel contesto del processo legislativo”.
Avanti con lo scudo per l’occupazione
Resterà in vigore “per la durata dell’emergenza” lo schema proposta dalla Commissione europea per il sostegno al lavoro, noto come SURE, in grado di fornire assistenza finanziaria sotto forma di prestiti concessi a condizioni favorevoli dall’UE agli Stati membri, fino a un massimo di 100 miliardi di euro. Compito di SURE “sostenere principalmente gli sforzi per proteggere i lavoratori e l’occupazione, nel rispetto delle competenze nazionali nel settore dei sistemi di sicurezza sociale e alcune misure relative alla salute”.
Niente Coronabond. Arriva fondo speciale finanziato dal bilancio comune
L’Eurogruppo ha anche deciso di lavorare su un ‘fondo per la ripresa’. Per come è stato concepito, lo speciale fondo fornirà finanziamenti attraverso il bilancio dell’UE a programmi mirati per rilanciare l’economia “in linea con le priorità europee e garantire la solidarietà dell’UE con gli Stati membri più colpiti”. Tale fondo sarebbe “temporaneo, mirato e commisurato ai costi straordinari dell’attuale crisi” e contribuirebbe a diffonderli nel tempo attraverso finanziamenti adeguati. Anche questo elemento sarà oggetto di decisione dei leader per il via libero formale, che dovrà tenere conto degli aspetti giuridici e pratici. L’Eurogruppo si impegna a lavorare per un nuovo bilancio pluriennale (MFF 2021-2027) che sappia rispondere a tutte le sfide. “La Commissione presenterà la sua proposta alla fine di aprile”, fa sapere il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni.
Tutti contenti
Alla fine escono tutti contenti. I nove Paesi che volevano Coronabond (Italia, Spagna, Francia, Portogallo, Slovenia, Grecia, Irlanda, Belgio, Lussemburgo) ottengono l’impegno per risorse comuni. A chi non piaceva tanto l’idea dell’ESM è stato riconosciuta la facoltà di non avvalersene, le imprese riceveranno sostegno. Chi, come i Paesi Bassi, voleva condizionalità, le ottiene.
“Sono proposte maiuscole e ambiziose, impensabili fino a poche settimane fa”, sostiene il presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno. “Abbiamo risposto alla richiesta per un’Eurogruppo al servizio dei cittadini, dimostrando di avere alle spalle la lezione delle precedenti crisi, quando si agì poco e in ritardo”.
Soddisfatto anche Gentiloni. “Abbiamo raggiunto un accordo molto buono, e l’Europa ha dimostrato che sa produrre risultati quando servono”. Non entra nel merito del fondo speciale, perché “deve essere discusso, ma è chiaro che sarà cruciale per il rilancio delle nostre economie e per evitare divergenze” tra Paesi.