Bruxelles – L’eurogruppo decisivo rischia di non essere decisivo. I ministri delle Finanze e dell’Economia dei Paesi UE con la moneta unica si ritrovano più divisi che mai a poche ore di distanza dalla riunione fiume convocata per dare risposta alla crisi economica innescata dalla pandemia di Coronavirus e conclusa con un nulla di fatto. L’eurogruppo iniziato nel pomeriggio di lunedì e sospeso all’alba di martedì è stato aggiornato a oggi (9 aprile), ma le distanze appaiono tutt’altro che appianate, tanto che nel momento nel quale scriviamo ci sono stati già due rinvii del suo inizio, al momento fissato alle 19.00.
La proposta di un fondo comune per l’emissione di obbligazioni europee per le spese di sostegno all’economia appare destinata ad un rinvio ai capi di Stato e di governo, a loro volta divisi sul da farsi. Austria, Paesi Bassi e Finlandia si oppongono, e con loro la Germania. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha già dovuto dare il suo beneplacito alla proposta di sospensione del patto di stabilità e crescita e le sue regole, e far passare anche il progetto di Coronabond risulta difficile, perché difficile da far accettare all’opinione pubblica di una Germania dove le pulsioni estremiste e nazionaliste si fanno sempre più forti.
Il paradosso è che Merkel è l’ultimo argine alle forze anti-europee del suo Paese, ma non può venire incontro alle richieste dei gruppo dei nove (Italia, Spagna, Francia, Portogallo, Slovenia, Grecia, Irlanda, Belgio, Lussemburgo) che spinge per strumenti comuni per salvare l’economia comune, perché questo rischia di dar forza ai nazionalisti.
Non aiuta a rasserenare gli animi il dibattito tedesco. Il die Welt scrive che la mafia non aspetta altro che i soldi europei per prosperare, e che i Coronabond vanno evitati ad ogni costo. Parole e articoli che aiutano ad inquadrare gli umori di una fascia dell’opinione pubblica tedesca, a cui Merkel deve rendere conto.
L’idea di ricorrere al fondo salva-Stati ESM non mette d’accordo neppure come idea. L’Italia sembra intenzionata a dare il via libera con la specifica che non intenderà mai farne richiesta, neppure a condizioni di favore, che al momento sono ancora tutte da trovare. A riprova dell’indice di gradimento per il Meccanismo europea di stabilità. Che pure potrebbe non vedere la luce in seno all’Eurogruppo. “Sull’uso del MES non è ancora stato raggiunto un compromesso e quindi i leader devono decidere su questo argomento”, sostiene il ministro delle Finanze olandese, Woepke Hoekstra. E’ il riferimento alla condizionalità, che gli olandesi vogliono a tutti i costi per evitare di concedere prestiti a fondo perduto.
Sullo sfondo c’è il mai superato dibattito tra austerità e libertà di spesa. I nordici continuano a insistere con la prima, e già ragionano alle correzioni dei conti pubblici che si renderanno necessarie quando il patto di stabilità sarà riattivato e la crisi da Coronavirus sarà alle spalle. Sullo sfondo c’è un secondo eurogruppo non facile, che si annuncia lungo e potenzialmente infruttuoso.
Se anche l’ESM dovesse essere oggetto di dibattito dei leader, assieme ai Coronabond, ai ministri dell’Eurogruppo non resterà che una decisione sulla proposta della Commissione europea per il sostegno al lavoro, noto come SURE. Qui sembra esserci convergenza verso un via libera condizionato alla natura temporanea dello strumento, e allo scopo dello stesso, da limitare alla protezione del lavoro, e non di strumento di assorbimento dei disoccupati né strumento di creazioni di nuovi posti di lavoro.