Roma – Spingere ancora sulla condivisione delle risorse e strappare le migliori condizioni sul MES. Giuseppe Conte prepara il negoziato del secondo round dell’Eurogruppo guardando già al dopo, al Consiglio europeo che prenderà la decisione finale sugli strumenti finanziari per affrontare la crisi economica. E a poche ore dalla riunione dei ministri dell’economia dell’eurozona, si rivolge nuovamente ai tedeschi con una video intervista alla Bild.
“Non sono i tedeschi che devono aiutare gli italiani, si tratta di capire che tutti i popoli che fanno parte della stessa famiglia europea devono aiutarsi reciprocamente nel comune interesse”. Una grave recessione negli altri Paesi riguarderebbe necessariamente anche la Germania, perché “abbiamo catene di valore, filiere produttive, economie così integrate. Conte insite sullo shock simmetrico e chiede a tutta l’Europa “una risposta comune, forte e tempestiva”.
Premessa che guarda al negoziato, a chi guida le ostilità sui titoli di debito europei e ritiene sufficienti gli strumenti esistenti. “Abbiamo bisogno di potenziare questi strumenti, ne abbiamo bisogno anche per non perdere competitività a livello mondiale” dice il premier, rassicurando che gli Eurobond “non servono per far pagare il debito italiano a olandesi o tedeschi, quello ce lo paghiamo da soli”.
Dunque o “l’Europa batte un colpo o muore e tutti dovremo fare da soli” impiegando molto più tempo per uscire dalla crisi”. Una frase che lascia l’ambiguità sull’esito della trattativa qualora non si dovesse arrivare un’intesa.
E ieri a tarda sera il premier ha incontrato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e degli Esteri Luigi Di Maio, per studiare anche un piano B. L’asse con la Francia e la Spagna sul pressing per un fondo europeo finanziato con titoli comuni a lunga scadenza, viene confermato, precisando però la tempistica. Non basta insomma quel “li faremo in un secondo step”, quel passo avanti fatto nel primo tempo dell’Eurogruppo. E sui bond europei arriva la sponda importante dell’alto rappresentante della politica estera dell’UE, Joseph Borrell, che si schiera a favore “per garantire a tutti i Paesi di andare sui mercati allo stesso modo per affrontare la crisi”.
L’altro nodo, molto più stretto da sciogliere sono le condizionalità del MES dove l’Italia sembra disponibile ad accettare solo qualche paletto, ovvero l’utilizzo dei prestiti solo per le finalità dell’emergenza andando oltre le spese solo sanitarie.
Così la linea rossa dell’Italia, servono tutti gli strumenti, politica monetaria e fiscale per reagire subito. E l’appello ai tedeschi e ad Angela Merkel, il premier Conte lo pesca da uno dei modi di dire comuni che richiama anche la vicenda della Grecia negli anni passati: “Attenzione, possiamo studiare la medicina, la migliore terapia, ma se non arriva in tempo il paziente muore”.