Roma – La Polonia voterà per le presidenziali nonostante la pandemia. E per superare il lockdown, il Parlamento ha cambiato le regole a maggioranza. Il partito nazionalista di governo ‘Diritto e giustizia’, al secondo tentativo è riuscito a modificare la legge elettorale, stabilendo che il voto avverrà in via esclusiva per posta. Una mossa che ha fatto evocare il “colpo di Stato” dal partito di opposizione ‘Coalizione civica’ che accusa il PiS di favorire in questo modo la rielezione del presidente Andrzej Duda.
Secondo le pesanti accuse, con il voto postale il governo avrebbe il pieno controllo delle elezioni in una fase particolarmente critica. I dubbi di legittimità si riferiscono a quanto accaduto nei giorni scorsi quando il direttore delle poste polacche è stato sostituito dall’ex vice ministro della difesa Tomasz Zdzikot. Una delega che subentra nelle funzioni alla commissione elettorale nazionale senza però le stesse garanzie di autonomia.
Ora la legge deve passare al Senato e se venisse confermata senza modifiche, la candidata dell’opposizione Malgorzata Kidawa-Blonska ha addirittura paventato un ritiro dalla corsa elettorale. Ha sospeso già da questi giorni la campagna elettorale e chiede lo spostamento del voto in autunno quando il Paese sarà lontano dall’emergenza sanitaria.
Di un nuovo caso Polonia, i deputati italiani del Partito democratico, chiedono che si occupi l’Unione europea, denunciando “l’incompatibilità della progressiva costruzione di una democrazia illiberale, con i valori dell’articolo 2 dei trattati dell’UE”. Il Pd chiede al governo e ai ministri degli Esteri e degli Affari europei, di attivarsi con le istituzioni di Bruxelles per mettere sotto i riflettori la decisione del Sejm (la Camera dei deputati polacca).
Si tratta di una “gravissima forzatura” scrivono i parlamentari Dem, che avviene dopo altre modifiche legislative tra cui la discussa riforma della magistratura. In quel caso la Commissione Europea aveva deferito la Polonia alla Corte di giustizia dell’UE a tutela dell’indipendenza della Corte suprema polacca, evocando l’articolo 7 dei Trattati.
Articolo che prevede la possibilità di sospendere i diritti di adesione (ad esempio il diritto di voto in sede di Consiglio) in caso di violazione grave e persistente da parte di un paese membro, dei principi fondamentali sui quali poggia l’Unione. Parallelamente, la stessa Commissione ha avviato nei confronti di Varsavia anche una procedura d’infrazione.