Bruxelles – La Polonia deve sospendere immediatamente le nuove regole che prevedono procedimenti disciplinari nei confronti dei giudici. A stabilirlo la Corte di giustizia dell’UE, nell’apposita ordinanza che boccia ancora una volta la riforma della giustizia promossa dal governo di Varsavia e riconosce le obiezioni sollevate dalla Commissione europea, che chiedeva per l’appunto la sospensione delle nuove regole.
Nel 2017 la Polonia ha introdotto il nuovo regime disciplinare per i giudici del Sąd Najwyższy, la Corte suprema del Paese, e dei tribunali ordinari. La riforma ha introdotto all’interno della Corte suprema polacca una nuova Camera, la Izba Dyscyplinarna (Camera disciplinare). Il nuovo organismo non garantisce l’indipendenza e l’imparzialità della Izba Dyscyplinarna, in quanto composta esclusivamente da giudici selezionati Consiglio nazionale della magistratura, 15 giudici dei quali sono eletti dal Sejm (la camera bassa del parlamento polacco). C’è in sostanza un controllo del governo, attraverso la maggioranza in Parlamento, della magistratura.
La Commissione sin da subito ha riscontrato tale violazione dello Stato di diritto, chiedendo tre provvedimenti provvisori: sospensione delle nuove regole disciplinari fino a sentenza della Corte sulla causa pendente, astenersi dal trasmettere casi pendenti alla Camera disciplinare, comunicare alla Commissione quali misure il governo sta prendendo per risolvere la situazione.
Oggi la Corte di Lussemburgo accoglie la richiesta della Commissione per l’introduzione di queste misure provvisorie. I giudici di Lussemburgo sottolineano che, sebbene l’organizzazione della giustizia negli Stati membri rientri nelle competenze di tali Stati membri, resta il fatto che, “nell’esercizio di tale competenza, gli Stati membri sono tenuti a rispettare i loro obblighi derivanti dal diritto dell’UE”. Cosa che non avvenuta. Si ritiene che la Polonia sia venuta meno all’obbligo per “garanzie inerenti a un’efficace protezione giudiziaria, compresa quella di indipendenza”.
Non solo. In base alle regole UE, la Corte “è competente” a ordinare provvedimenti provvisori per la sospensione dell’applicazione delle disposizioni relative ai poteri dell’Izba Dyscyplinarna per quanto riguarda il regime disciplinare dei giudici. Da qui la richiesta di procedere come richiesto dalla Commissione.